17 Novembre 2017, h. 21:49

WELFARE – San.Arti. compie 5 anni e chiede una legge sulla sanità integrativa

La sanità integrativa in Italia costituisce un pilastro imprescindibile delle tutele del sistema di welfare legato alla salute, ma molto c’è da fare per far crescere il sistema: da una parte in termini di conoscenza delle possibilità offerte dalla sanità integrativa agli associati, dall’altra in merito alla consapevolezza della sua importanza da parte degli interlocutori politici.

Questi i principali contenuti emersi durante il convegno “Diamo lustro alla Sanità”, svoltosi il 15 novembre a Roma, che ha visto la partecipazione di oltre 150 tra esponenti di istituzioni, fondi sanitari, rappresentanti delle parti sociali e soci di San.Arti.. Un’occasione anche di riflessione per il Fondo San.Arti., nato 5 anni fa dall’unione delle diverse single sindacali del mondo artigiano e finalizzata a creare e offrire ai propri associati una proposta di sanità integrativa di alto profilo.

Dario Bruni, presidente di San.Arti., ha dichiarato: “La spesa sanitaria out of pocket nel 2015 è stata di 36 miliardi di euro, di cui solo il 10% è stata intermediata da fondi sanitari o polizze, vale a dire il secondo e terzo pilastro su cui si regge il sistema sanitario italiano nel suo complesso. In questo contesto San.Arti. mira a implementare in maniera significativa il proprio ruolo di interlocutore di riferimento per una platea molto più ampia, attraverso l’erogazione di prestazioni sanitarie di qualità: puntiamo a raggiungere tutta la platea potenziale, oltre 1,5 milioni di artigiani, ovvero triplicare gli iscritti. Il tutto con un sistema di gestione efficiente e oculato delle risorse, nell’ottica del grande senso di responsabilità che sempre ci guida nel gestire al meglio i soldi che i nostri soci ci affidano. Un esempio? Grazie a un sistema efficiente, un addetto San.Arti. gestisce grazie 26.500 iscritti”.

Al presidente ha fatto eco Annamaria Trovò, vice presidente di San.Arti., portando l’attenzione dei presenti su “quanto il mondo della sanità integrativa in genere abbia necessità di avviare un dialogo molto più serrato e profondo con gli interlocutori politici. Ciò al fine di meglio definire il contesto normativo di riferimento, valorizzando ulteriormente le possibilità di crescita dei diversi attori in gara: il tutto rafforzando l’offerta di sanità di livello elevato ai cittadini”.

Il convegno è stato infatti anche occasione di una tavola rotonda tra rappresentanti delle principali forze politiche ed esperti sul tema della Sanità, interlocutori imprescindibili per progettare al meglio il futuro della sanità integrativa: in particolare, l’On. Donata Lenzi, Capogruppo PD Commissione Affari Sociali, l’On. Giulia Grillo, Componente M5S Commissione Affari Sociali e la Sen. Maria Rizzotti, vice presidente della 12a Commissione Permanente Igiene e Sanità FI.

E proprio in merito a quanto emerso durante il dibattito, i vertici di San.Arti. hanno sentito l’esigenza di sottolineare che i fondi di sanità integrativa nascono dalla contrattazione e si finanziano con i contributi che le imprese decidono di destinare alla tutela della salute dei lavoratori: “Riteniamo – ha precisato il presidente Bruni – che le quote che vengono versate su base volontaria alla sanità integrativa debbano essere defiscalizzate in virtù del fatto che rispondono alle esigenze di tutela di un aspetto fondamentale della vita dell’individuo e della famiglia come è la salute. A ciò si aggiunga che con l’attività dei fondi alleggerisce l’onere sul SSN”.

Così, dal canto suo, la vice presidente Trovò: “Auspico che si possa lavorare insieme ai decisori pubblici sulla creazione di una nuova legge cornice del sistema sanitario integrativo che possa avere il MEF come fornitore di garanzie per la fiscalità, ma il Ministero della Salute come ispiratore”.

Ulteriori spunti al dibattito sono stati forniti poi da Alessandra Ghisleri di Euromedia Research attraverso la presentazione dei risultati di una ricerca condotta all’interno del mondo artigiano con focus sulla percezione del servizio offerto dal SSN e come vengano invece giudicate le prestazioni di San.Arti.. “La possibilità di accedere a una proposta di questo genere è considerata un privilegio dagli associati, che apprezzano in particolare la possibilità di estendere le tutele anche al proprio nucleo familiare. Le lunghe liste d’attesa nel sistema pubblico rappresentano la maggiore preoccupazione del campione intervistato (63,3%) che esprime una soddisfazione del 92,2% rispetto al servizio ricevuto con San.Arti.. Prevenzione oncologica (49,5%) e prevenzione cardiologica (49%) rappresentano le aspettative di ampliamento del servizio più attese”.

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