14 Marzo 2018, h. 15:45

STUDI – Verso il DEF 2018: nel 2017 il debito/PIL in discesa di mezzo punto. Per 2019-2020 aumenti IVA e accise per oltre 31,6 miliardi di euro

Nelle settimane in cui si sta insediando il nuovo Parlamento che darà vita alla XVIII legislatura, il MEF sta predisponendo il quadro di finanza pubblica tendenziale del Documento di Economia e Finanza 2018 che deve essere presentato alle Camere entro il prossimo 10 aprile. Per il quadro programmatico di finanza pubblica e il Programma di stabilità da condividere con la Commissione europea si dovrà attendere l’insediamento del nuovo Governo e i relativi intendimenti programmatici.

Il quadro tendenziale contiene l’attivazione delle clausole di salvaguardia che prevedono aumenti di IVA e accise per 12.472 milioni di euro nel 2019 e di 19.162 milioni nel 2020 e la loro disattivazione richiede di recuperare nel quadro programmatico risorse alternative che consistono, lo ricordiamo, in maggiori entrate, minori spese e maggiore deficit.

Inoltre il nuovo Governo, con molta probabilità, concretizzerà interventi legislativi e avvio di riforme in attuazione dei programmi elettorali delle forze politiche che sosterranno il nuovo esecutivo; le cifre in gioco su poste quali la flat tax, il reddito di cittadinanza e le modifiche delle regole previdenziali sono elevate, come evidenziato nell’analisi dell’Osservatorio conti pubblici italiani dell’Università Cattolica del Sacro Cuore diretto da Carlo Cottarelli. Sul fronte della politica fiscale i vincoli europei sono cogenti e una politica di bilancio espansiva richiede un maggiore grado di flessibilità. L’esame dei progressi degli Stati membri nell’attuazione delle priorità economiche e sociali del Pacchetto d’inverno del semestre europeo pubblicato dalla Commissione la scorsa settimana evidenzia che Italia, con Croazia e Cipro, presenta squilibri economici eccessivi.

Un freno a politiche fiscali espansive è rappresentato, come noto, dall’elevato debito pubblico che evidenzia, secondo gli ultimi conti nazionali rilasciati dall’Istat, segnali di riduzione: nel 2017 il rapporto debito/Pil si colloca al 131,5% e segna un calo rispetto al 132,0% del 2016. L’ultimo quadro programmatico di finanza pubblica, pubblicato a settembre 2017, indica per il 2018 un calo del rapporto debito/PIL di 1,7 punti (la riduzione si ferma a 1,3 punti nelle previsioni autunnali della Commissione europea).

Cresce la quota di debito pubblico detenuta da residenti. A fronte di un elevato debito pubblico italiano, la quota detenuta da soggetti non residenti nel 2017 è pari al 32,0%, inferiore al 56,4% della Francia, al 52,2% della Germania e al 45,3% della Spagna; la quota di possesso di non residenti è in linea con quelle di Regno Unito (32,4%) e Stati Unito (30,0%) e rimane ampiamente inferiore al minimo registrato dal Giappone, dove l’elevato debito pubblico (240,0% del PIL) è solo per il 9,8% detenuto da non residenti. A seguito del programma di acquisto di titoli da parte dell’Eurosistema definito dalla BCE con il Quantitative easing, sale la quota di debito pubblico detenuta dalla Banca d’Italia che passa dal 4,9% di fine 2014 al 15,9% di fine 2017.

Il debito pubblico è stato oggetto, oggi, della Lectio magistralis del Prof. Giulio Sapelli che ha ricevuto il Premio Manlio Germozzi 2017.

Le tendenze delle principali variabili del bilancio pubblico nella precedente legislatura – Tra il 2013 e il 2017 il calo della spesa per interessi di 0,9 punti di PIL, associato ad una riduzione della spesa primaria di 1,0 punti, ha consentito di ridurre le entrate fiscali di 1,1 punti e di migliorare il saldo di bilancio di 0,8 punti. La riduzione della spesa primaria è tata agevolata da una riduzione della spesa per investimenti di 0,3 punti, e un contenimento della spesa per pensioni di 0,4 punti di PIL; persiste un calo di 0,5 punti per la spesa corrente diversa dalle pensioni, mentre sale di 0,3 punti la spesa in conto capitale diversa dagli investimenti.

Grazie ad una politica monetaria espansiva – che ha garantito il contenimento della spesa per interessi – e una minore pressione della spesa previdenziale si è ridotta la pressione fiscale ed è migliorato il saldo di bilancio, condizione necessaria per diminuire il debito pubblico.

I dati sulle tendenze della finanza pubblica nel report “Manovra 2018 e trend di finanza pubblica” presentato al webinar sulla manovra 2018 della Direzione Politiche fiscali. Leggi il report.

 

Quadro di finanza pubblica

% del Pil – 2013-2017; fino a 2016 da Conti nazionali, 2017 da Nota aggiuntiva Def 2017

 

 

Dopo la manovra di bilancio: aliquote IVA previste nel quadro programmatico 2018-2020

Aliquote % ordinaria e agevolate – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Upb

 

 

Debito pubblico italiano per settore detentore

2008-2017, novembre % sul debito pubblico – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d’Italia

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