14 Aprile 2020, h. 16:57

STUDI – Per ripartire dopo la peggiore crisi (PIL -9,1%) tutelare asset delle imprese: 65,7% del lavoro nelle micro e piccole 

L’analisi del flusso di dati macroeconomici pubblicati negli ultimi giorni mette in evidenza alcuni dei pesanti effetti economici dell’epidemia da coronavirus. Le previsioni diffuse oggi dal Fondo Monetario Internazionale indicano per l’Italia nel 2020 un calo del PIL del 9,1%, la più accentuata tra quelle registrate nelle maggiori economie. Negli Stati Uniti si stabilizzano le richieste di disoccupazione dopo un aumento di oltre 6 milioni di unità in sole due settimane. Nei primi due mesi dell’anno i profitti delle imprese industriali in Cina sono scesi del 38,3%. Le previsioni del Wto dell’8 aprile indicano per il 2020, in uno scenario base, un calo del 12,9% del volume del commercio internazionale (con una ripresa del +21,3% nel 2021) mentre, in uno scenario più severo, si registrerebbe una caduta del 31,9% (con una risalita del 24% nel 2021). Gli effetti del lockdown sono già evidenti nel diminuzione del trasporto di merci: l’esame dei dati aggiornati forniti da Autovie Venete sul traffico autostradale sul tratto della A4 Quarto d’Altino-Trieste evidenzia, tra il 16 marzo e il 5 aprile, una riduzione del 50,5% dei transiti pesanti, mentre i transiti di mezzi leggeri crollano dell’87,1%.

La dimensione della crisi economica in atto richiede risposte veloci volte a tutelare la struttura imprenditoriale, caratterizzata nel nostro Paese da una diffusa presenza di micro e piccole imprese, le quali determinano il 65,7% dell’occupazione totale. Senza interventi per salvaguardare il capitale economico e sociale delle imprese si compromette la capacità di ripresa dell’economia. Dopo la caduta del PIL del 2020, le previsioni del Fondo Monetario Internazionale indcano una ripresa del PIL del 4,8%: i principali driver di questa ripresa saranno la fiducia, la domanda di lavoro e la propensione all’investimento di 4,4 milioni di imprenditori italiani, asset stategici che vanno tutelati nell’attuale fase acuta della crisi.

La velocità di reazione appare un fattore decisivo per l’efficacia delle politiche economiche, garantendo il mantenimento della base produttiva. Dopo due settimane di difficile mediazione, la sintesi dell’Eurogruppo della scorsa settimana appare debole e poco innovativa. Anche Papa Francesco nel messaggio di Pasqua ha ricordato la sfida epocale per l’Unione Europea, auspicando che essa “dia ulteriore prova di solidarietà, anche ricorrendo a soluzioni innovative”.

Nei paesi dell’Unione europea le misure nazionali per la liquidità contabilizzate dalla Commissione europea ad inizio aprile ammontano a 2.240 miliardi di euro. In Italia la scorsa settimana è stato approvato  il decreto-legge ‘Liquidità’, centrato su misure per l’accesso al credito delle imprese per 200 miliardi di euro. L’intervento presenta dei limiti – subito segnalati da Confartigianato – soprattutto in relazione ai tempi di erogazione. I tempi delle istruttorie bancarie potrebbero ritardare l’erogazione di fondi ad una vasta platea di imprese: una nostra recenti analisi indica una consistenza di 842 mila le imprese con affidamenti bancari tra i 30 mila e i 800 mila euro e sottolinea come in altri paesi – come Stati Uniti e Svizzera – il tempo di risposta alle richieste delle imprese è stato ritenuto un fattore di policy centrale. 

Un focus sulle imprese dell’energia nella rubrica odierna su QE-Quotidiano energia: “Crisi di liquidità imprese, servono tempi rapidi”.

 

 

Dinamica del PIL 2020-2021 in economie avanzate ed emergenti ed alcune principali economie

Var. % in volume  – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Fondo Monetario Internazionale 

 

 

Veicoli pesanti transitati sulla A4 Quarto d’Altino-Trieste nel 2020

Settimane 2020 al 5 aprile. Valori assoluti. Tratto A4 gestito da Autovie Venete SpA  – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Autovie Venete 

 

 

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