STUDI – Via al cantiere della riforma del fisco, da 18 anni in Italia una pressione fiscale più alta della media europea

Si è avviato il percorso della riforma fiscale. Dopo il confronto di ieri con le organizzazioni imprenditoriali, a cui hanno partecipato i rappresentanti di Confartigianato, oggi il Vice Ministro Maurizio Leo presenta alla Giunta esecutiva le linee guida contenute nel disegno di legge delega di riforma del fisco che dovrebbe essere varato in serata dal Consiglio dei ministri. La riforma è necessaria per curare mali cronici del rapporto tra fisco e cittadino: una alta pressione fiscale, focalizzata sul lavoro e una contemporanea elevata pressione burocratica, su cui Confartigianato è intervenuta con analisi e proposte.

Nel corso degli anni si è consolidata una governance fiscale comune europea – in queste settimane è in corso il processo di riforma del Patto di stabilità e crescita - ma sono ben 18 anni che l'Italia ha abbandonato il riferimento europeo della tassazione: è dal 2005, infatti che l’Italia registra una pressione fiscale più elevata della media dell’Eurozona. Il confronto internazionale, basato sulle previsioni della Commissione europea, evidenzia che, dopo il picco nel 2022 del 44,0%, nel 2023 il carico fiscale (tax burden) su cittadini e imprese italiani è previsto pari al 43,9% del PIL, con una discesa di 0,1 punti e meno accentuata rispetto alla riduzione di 0,5 punti osservata nell'Eurozona. Per questo indicatore l’Italia si colloca al 3° posto nell’Ue a 27, salendo di una posizione rispetto al 2022. Di conseguenza lo spread di carico fiscale tra Italia ed Eurozona, passa da 1,9 punti del 2022 a 2,3 punti del 2023, superando il precedente picco del 2012: tale divario si traduce in una maggiore tassazione per cittadini ed imprese di 42,2 miliardi di euro, equivalente a 711 euro per abitante.

La maggiore tassazione si concentra sul fattore lavoro. L’Italia registra l’aliquota implicita di tassazione del lavoro – calcolata dal rapporto tra gettito e base imponibile desunta dai conti nazionali – più elevata dell’Unione europea. Inoltre, in Italia persiste un elevato cuneo fiscale, che nel 2021 è pari al 46,5%, di 11,9 punti superiore alla media dei paesi avanzati (34,6%) (Ocse, 2022) e di 5,2 punti superiore rispetto alla media dei 22 paesi avanzati membri dell’Ue (41,3%). Si osserva, comunque, un miglioramento della posizione del nostro Paese: tra 2017 e 2019 il cuneo fiscale italiano era il terzo più alto, per passare nel 2020 al quarto posto e collocarsi nel 2021 al quinto posto dietro a Belgio (52,6%), Germania (48,1%), Austria (47,8%) e Francia (47,0%).

Il cuneo fiscale in Italia è composto per la metà dal 24,0% di contributi sociali a carico del datore di lavoro, quota che supera nettamente il 13,5% della media Ocse, per poco meno di un terzo dalla quota del 15,3% di imposte su redditi da lavoro dipendente e per restante dal 7,2% di contributi sociali a carico del lavoratore.

Anche sul fronte dell’energia – fattore critico dopo il deragliamento dei prezzi delle commodities energetiche nel corso del 2022 - l’analisi del confronto internazionale basato sui dati Eurostat evidenzia che nel 2020 in Italia il tasso implicito di tassazione dell’energia, data dal rapporto tra il gettito delle imposte sull’energia, valutato a prezzi costanti, e i consumi finali di energia, supera del 51,1% la media dell’Unione europea a 27. Come già esaminato nel 17° Rapporto annuale di Confartigianato, si evidenza il paradosso di una tassazione che non rispetta il principio ‘chi inquina paga’, al centro della legislazione ambientale dell’Unione europea. L’Italia, infatti, è al 18° posto nell’Unione europea a 27 per intensità di emissioni di CO2 ma balza al 3° posto per tassazione dell’energia.

 
 

Tax burden in Italia e Uem
Anni 2005-2024. % PIL, previsioni dell'11 novembre 2022 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Commissione europea

 
Carico fiscale previsto nel 2023 nei 27 paesi dell’Ue
Anno 2023. Tax burden (comprensivo di contributi sociali) in % del PIL - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Commissione europea

 
Cuneo fiscale nei 38 paesi Ocse
Anno 2021. Imposte in % del costo del lavoro. Single senza figli con 100% del reddito medio - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Ocse


ALIMENTAZIONE - Il 24 marzo torna il GelatoDay, l’Europa celebra la qualità dei prodotti artigianali

Il prossimo 24 marzo si celebrerà l'undicesima edizione della Giornata Europea del Gelato Artigianale, un evento atteso da tutti gli amanti del gelato artigianale in Italia e in Europa. L'obiettivo della giornata è quello di promuovere il sapere artigiano e lo sviluppo della tradizione gastronomica del settore, oltre ad essere il Gelato Day l’unica giornata che il Parlamento Europeo abbia finora dedicato ad un alimento.

Il gusto dell’anno - scelto dall’Austria – per l’edizione del 2023 sarà l’”Apfelstrudel”, ispirato allo strudel di mele, il famoso dolce tipico della cultura austriaca.

Quest'anno, la giornata sarà all'insegna di nuove prestigiose collaborazioni con il Gelato Festival World Masters, la più grande competizione al mondo dedicata al gelato artigianale, che porterà una campagna informativa dei suoi eventi in ben 22 paesi, e il Gambero Rosso che coinvolgerà tutte le gelaterie della Guida Gelaterie d'Italia a prendere parte alle celebrazioni.

Confartigianato Imprese sosterrà la Giornata Europea del Gelato Artigianale coinvolgendo tutti i suoi associati regionali e provinciali, e, insieme ad altre associazioni quali l'Associazione Italiana Gelatieri, inviterà i gelatieri di tutta Italia a offrire un gelato per promuovere uno dei prodotti di eccellenza del made in Italy.

La giornata sarà anche caratterizzata da un video contest indetto da Artglace, che vedrà protagonisti i maestri gelatieri di tutta Europa sfidarsi nella realizzazione della ricetta ufficiale del Gusto dell'Anno 2023, "Apfelstrudel". Il video dovrà mostrare la personalizzazione della ricetta con creatività e maestria, partendo da un gelato a base bianca con polpa di mela e una leggera aromatizzazione con rum e olio di limone, cui si aggiunge una spolverata di cannella, uva sultanina, preferibilmente scura, e infine il pan grattato.

La Giornata Europea del Gelato Artigianale sarà l'occasione per omaggiare uno dei prodotti più amati al mondo e per promuovere gli artigiani e lo sviluppo della tradizione gastronomica del settore. Da nord a sud dell'Italia e in tutta Europa, a suon di coni e coppette al gusto Apfelstrudel: il gelato artigianale sarà l'unico e vero protagonista con eventi, incontri ed iniziative per i golosi di ogni età. Confartigianato invita tutti a partecipare a questo evento per scoprire e apprezzare ancora di più il gelato artigianale italiano ed europeo.

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Leggi la ricetta del gusto dell'anno: Apfelstrudel


STUDI – Occupati stranieri al 10,6% +1,9 punti vs 8,7% Ue. Presenza più elevata in Emilia-Romagna, Lombardia e Toscana

La ripresa dopo la pandemia e i numerosi focolai conseguenti all’invasione dell’Ucraina e alle crisi internazionali hanno determinato una forte crescita dei flussi di migrazione. Nel 2022, secondo i dati della Commissione europea, 1 milione 920 mila persone sono immigrate nell'Unione europea, a fronte di 960 mila persone emigrate dall'UE, con una immigrazione netta pari a 960 mila persone.

L'analisi degli ultimi dati di Eurostat delinea le tendenze dell’integrazione della componente straniera sul mercato del lavoro dell’Unione europea, confermando per l’Italia una presenza più elevata rispetto alla media europea. Nel terzo trimestre 2022 la quota di occupati stranieri in Italia è del 10,6% – pari a 2.374.400 unità – superiore di 1,9 punti all’8,7% della media UE. Tra i maggiori paesi Ue la presenza di stranieri nel mercato del lavoro in Italia è inferiore al 14,0% della Germania e al 12,8% della Spagna, mentre rimane superiore al 6,9% della Francia.

In particolare, la quota di occupati stranieri extra UE nel nostro Paese è del 7,5% a fronte del 5,2% della media UE ed è inferiore all'8,8% della Spagna, in linea con il 7,6% della Germania  e superiore al 4,8% della Francia.

In chiave di genere la quota di occupati stranieri maschi è del 10,8%, 1,6 punti superiore alla media Ue del 9,2%, mentre per le donne la quota di straniere occupate è del 10,3%, con un divario che sale a 2,3 punti rispetto all’8,0% medio europeo.

Analizzando la serie storica degli ultimi cinque anni, la quota di occupati stranieri è scesa al minimo 9,7% nel secondo trimestre del 2020 - caratterizzato dal lockdown per durante la pandemia - per tornare a salire nel corso dell’anno successivo - arrivando al 10,5% nel quarto trimestre 2021 - per poi stabilizzarsi nel corso del 2022 (10,6% nel terzo trimestre 2022).

Secondo la rilevazione del sistema Excelsior di Unioncamere-Anpal, la quota di personale immigrato nella entrate previste dalle imprese nel 2022 è del 17,8%, con quote più elevate in Veneto con 20,6%, Lombardia con 20,5%, Emilia Romagna con 19,9%, Trentino Alto Adige con 19,6%, Umbria con 19,1% e Toscana con 18,3%. Tra le province, le quote più elevate a Piacenza (28,4%), Como (24,8%), Parma (24,6%), Verona (24,2%) e Cremona (23,1%).

In chiave territoriale l'occupazione straniera si addensa nel Centro-Nord, dove nel 2021 rappresenta il 12,8% dell'occupazione totale, più del doppio del 5,2% nel Mezzogiorno. La quota di occupati stranieri è più elevata in Emilia-Romagna con 14,5%; seguono, con valori superiori alla media, Lombardia con 13,5%, Toscana con 13,4%, Umbria con 13,1%, Lazio con 13,0%, Veneto con 12,2%, Piemonte         con 11,7%, Liguria con 11,5%, Friuli-Venezia Giulia con 11,3%, Marche con 10,7% e Provincia Autonoma di Bolzano con 10,5%. Le quote più contenute si osservano in Sicilia con 4,7%, Puglia con 4,3% e Sardegna con 3,8%.

Piccola impresa e integrazione - La micro e piccola impresa (MPI) è un importante luogo di integrazione per gli stranieri. Come evidenziato recentemente da Confartigianato nel corso si una audizione nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul Made in Italy, nelle MPI il 16,5% dei dipendenti è nato fuori dall’Italia, a fronte della quota del 10,9% nelle imprese con più di 50 addetti. Un report dell'Istat sui percorsi di integrazione degli immigrati in Italia indica che nella micro impresa si registra il più basso tasso di discriminazione etnica.

Lavoro indipendente e imprenditoria straniera - Vi è una diffusa presenza degli stranieri è anche tra i lavoratori indipendenti: nel 2021 la quota di occupati indipendenti stranieri in Italia è pari al 6,2%, leggermente più contenuta della media UE (6,8%) ma nel caso degli indipendenti extra UE la quota in Italia, pari al 4,7%, è di quasi un punto più elevata della media dell’UE del 3,9%.

Le imprese gestite da stranieri a fine 2022 superano le 647mila unità e, come messo in evidenza da una nostra recente analisi, un quarto (24,9%), pari a 159mila imprese, sono gestite da donne straniere.

A fine 2022 la quota di persone nate all’estero con cariche nelle imprese italiane è del 10,5%, con una maggiore presenza di persone nate in Cina, pari al 9,8% delle persone con cariche nate all'estero, seguita da Romania con 9,6%, Marocco con 8,5%, Albania con 7,3%, Bangladesh con 4,7%, Svizzera con 4,6%, Germania con 4,3%, Egitto con 3,8% e Pakistan con 3,1%.
 

Quota degli occupati stranieri nei paesi Ue
Terzo trimestre 2022, % occupati 15-64 anni - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

 

Quota occupati stranieri 2018-2022
I trim. 2018- III trim. 2022, % occupati 15-64 anni - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

Quota occupati stranieri per regione e ripartizione
2021, % occupati 15-64 anni - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
 


LOMBARDIA - Confartigianato Lombardia dona 10mila euro Opera San Francesco per i Poveri

È stato consegnato ufficialmente nella mattinata odierna l’assegno da 10mila euro con la donazione di Confartigianato Imprese Lombardia a Opera San Francesco per i Poveri.
I contributi sono stati raccolti dalla Federazione regionale dell’artigianato in occasione dello scorso Natale, dando forma concreta alla volontà di contribuire all’azione di un soggetto che da oltre 60 anni risponde all’emergenza della povertà.
Il Presidente Eugenio Massetti e il Segretario Generale Carlo Piccinato, i vice Presidenti Giovanni Barzaghi (Milano, Monza e Brianza), Roberto Galli (Como) e Giacinto Giambellini (Bergamo) con Roberta Gagliardi, vice Segretario Generale, hanno incontrato Fra Marcello Longhi, Presidente di Opera San Francesco, e coloro che operano nelle Mense, ai Servizi Docce e Guardaroba, al Poliambulatorio, all’Accoglienza e nell’Area Sociale.
“In occasione delle scorse festività natalizie la nostra Federazione ha promosso una raccolta fondi a favore di Opera San Francesco, riconoscendo il grande valore dell’azione che, da anni, Opera svolge a sostegno di un tessuto cittadino segnato da situazioni di disagio - ha spiegato il Presidente di Confartigianato Lombardia, Eugenio Massetti - Oggi siamo qui in rappresentanza del Sistema Confartigianato Lombardia, con una donazione da 10mila euro che vuole essere il nostro contributo alla loro opera quotidiana, espressione dei valori ai quali s’ispirano le micro e piccole imprese e gli artigiani e che costituiscono un faro per la nostra Organizzazione a tutti i livelli”.
“Ringrazio Confartigianato Imprese Lombardia per aver scelto Opera San Francesco. È bello vedere come il mondo imprenditoriale sia attento a ciò che accade nel proprio territorio. È solo grazie al concreto supporto di realtà come questa che ogni giorno possiamo aiutare le migliaia di uomini e donne che si rivolgono ai servizi di OSF. E non parlo solo di generose donazioni in denaro, ma anche di tempo, prezioso, attraverso il volontariato aziendale al quale invito tutte le vostre aziende a partecipare. La fiducia che ci avete accordato è il motore che tiene vivo il nostro impegno” ha dichiarato Fra Marcello Longhi, Presidente di Opera San Francesco per i Poveri.


STUDI – In tre anni investimenti in costruzioni +33,3% in Italia mentre ristagnano (-0,4%) in altri maggiori paesi Ue

L’analisi dell’aggiornamento di marzo dei conti nazionali da parte dell’Istat sottolinea la spinta anticiclica dei bonus edilizi per recuperare il crollo del PIL nel 2020 (-9,0%), una caduta senza precedenti in tempo di pace, con una conferma di nostre analisi che indicano il settore delle Costruzioni come la locomotiva della ripresa post-pandemia.

Nel 2022 il PIL, valutato a prezzi costanti, è cresciuto di 16,6 miliardi di euro (+1,0%) rispetto al 2019, l'anno pre-pandemia. La spinta maggiore arriva dall’incremento degli investimenti per 61,4 miliardi di euro, di cui 46,2 miliardi sono investimenti in costruzioni e 14,9 miliardi da macchinari e impianti; in termini relativi la crescita degli investimenti è pari al 19,5%, con il traino del +33,3% degli investimenti in costruzioni, un tasso più che doppio rispetto al +15,6% dei macchinari. Più contenuta la spinta della spesa della PA, cresciuta di 4,9 miliardi (+1,6%).

All’opposto, si rileva una forte ritardo della spesa delle famiglie, che nel 2022 è inferiore di 18,7 miliardi (-1,8%) rispetto a tre anni prima. Il commercio estero di beni e servizi registra un peggioramento del saldo per 22,8 miliardi di euro.

Il contributo alla crescita nel 2022 –  L’analisi della tendenza nell’ultimo anno evidenzia che sui 3,7 punti di crescita del PIL, mezzo punto proviene dal settore delle costruzioni. Il contributo si amplifica se si esamina la voce degli investimenti in costruzioni, una componente della domanda che distribuisce gli effetti sull’intera filiera dell’edilizia, interessando i settori manifatturieri dei prodotti per l’edilizia in legno, materiali da costruzione, cemento, calce e gesso, lavorazione delle pietre e elementi da costruzione in metallo, oltre ai servizi immobiliari e ai servizi dei professionisti. Gli investimenti in costruzioni valgono il 9,9% del PIL ma hanno contribuito per il 31,0% alla crescita del PIL del 2022:  dei 3,7 punti di crescita del PIL, quindi, ben 1,1 punti arrivano dagli investimenti in costruzioni.

Il confronto internazionale – Senza precedenti l’analisi dei dati di Eurostat, secondo la quale si evidenzia che nel triennio 2019-2022 gli investimenti in costruzioni in Italia sono saliti, come anticipato, del 33,3% mentre ristagnano (-0,4%) nel complesso degli altri tre maggiori paesi europei. Nel dettaglio si registra una crescita del +2,1% in Germania, del +0,6% della Francia, mentre la posta in esame cede del 9,8% in Spagna. L’impulso dell’Italia è decisivo per determinare l’aumento del 4,2% nell’Eurozona: la quasi totalità (96,3%) dei 48,0 miliardi di crescita nei 20 paesi dell’Eurozona, arriva dai 46,2 miliardi di maggiori investimenti in costruzioni dell’Italia.

Lavoro nelle costruzioni, driver anticiclico – L’analisi degli indicatori dell’input di lavoro evidenzia che nei tre comparti interessati dalla domanda per investimenti edilizi - costruzioni, servizi immobiliari e dei professionisti - tra il 2019 e il 2022 si registra un aumento di 363mila unità di lavoro (indicatore che elabora il numero di unità di lavoro a tempo, combinando occupati e ore lavorate), pari a +7,9%, mentre il resto dell'economia ne perde 622mila (-3,2%), con un risultato combinato per il totale economia di un calo di 259mila unità di lavoro (-1,1%). In termini di occupati i settori che comprendono la filiera dell’edilizia tengono l’intero mercato del lavoro, con 377mila occupati in più rispetto al 2019, più che compensando il calo di 340mila occupati dei restanti settori e permettono al totale economia di segnare un aumento di 38mila occupati.

Crediti incagliati, a rischio 153mila posti di lavoro - Questi eccellenti risultati potrebbero venire compromessi dal mancato intervento per risolvere la grave situazione in cui versano le imprese di costruzioni che hanno effettuato lavori utilizzando i bonus edilizia, come ha recentemente ribadito Confartigianato in audizione alla Commissione Finanze della Camera. L’analisi dell’Ufficio Studi ha evidenziato il perimetro occupazionale di 153mila posti di lavoro messi a rischio nelle micro e piccole imprese (MPI) dall’inesigibilità del crediti incagliati nei cassetti fiscali delle imprese delle costruzioni.

 

 
Risorse e impieghi dei conti nazionali: variazioni tra 2019 e 2022
Anno 2022. Variazione ass. in miliardi di euro rispetto al 2019, prezzi costanti. Impieghi comprendono scorte e oggetti di valore - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

Investimenti in costruzioni tra 2022 e 2019 nei principali paesi Ue
Anno 2022. Variazione percentuale su 2019, prezzi costanti - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

 
 

Dinamica tra 2019 e 2022 delle variabili occupazionali: filiera della casa e restanti settori
Anno 2022. Variazione rispetto al 2021. Totale comprende Agricoltura - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
 

 

 

 

 


DONNE IMPRESA – Non accontentiamoci delle quote rosa. 183mila imprese femminili in più se dimezzato gap con Ue su occupazione donne

“L’impresa e il lavoro non sono una questione di genere. E’ tempo di sostenere il talento delle donne con una visione complessiva di rilancio economico e sociale".

Daniela Biolatto, Presidente di Donne Impresa Confartigianato, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, lancia un messaggio chiaro sulla necessità di un nuovo approccio per garantire l'affermazione delle donne nel mondo del lavoro. "Non accontentiamoci delle quote rosa, che non sono la formula magica per risolvere il problema della parità di genere, degli interventi una tantum e di effimere corsie preferenziali. Il futuro dell’Italia - sottolinea la Presidente Biolatto - dipende da politiche strutturali, sistemiche e coordinate per sostenere la propensione imprenditoriale e favorire l’occupazione, garantendo a tutti, donne e uomini, i servizi pubblici indispensabili per conciliare il lavoro con la cura della famiglia. Lo sviluppo del nostro Paese è responsabilità di tutti. Donne Impresa Confartigianato continuerà a battersi per definire un contesto normativo e culturale che consenta alle imprese femminili a valore artigiano di esprimere al meglio i propri valori e potenzialità, di creare occupazione, generare innovazione, contribuire alla crescita economica e sociale”.

Secondo le rilevazioni dell'Ufficio studi di Confartigianato, nel 2022 l’Italia ritorna all'ultimo posto in Europa per tasso di occupazione femminile. Nel terzo trimestre del 2022 in Italia il rapporto tra occupate e popolazione femminile di 15-64 anni è del 50,9%, ben 14 punti inferiore al 65,1% della media Ue a 27 e addirittura 22,6 punti inferiore al 73,5% della Germania. Ampia la distanza anche con la Francia (66,1%, un gap di 15,2 punti) e la Spagna (59,5%, un gap di 8,6 punti).
Donne lavoratrici con figli e occupazione femminile in Europa
La bassa intensità delle politiche di conciliazione riducono la presenza sul mercato del lavoro delle donne con figli. Come evidenziato nel report ‘Le sfide del 2023, tra crisi energetica e guerra nel cuore d’Europa’ presentato dall'Ufficio Studi alla Convention 2023 di Donne Impresa Confartigianato, il tasso di occupazione delle donne senza figli supera di 17,4 punti percentuali quelli delle donne con figli. L’Italia si conferma all’ultimo posto nell'Unione a 27 per il tasso di occupazione delle donne di 25-49 anni in coppia con figli a carico.

Una analisi controfattuale indica che nell’ipotesi di un dimezzamento del gap di occupazione femminile con l'Europa si registrerebbe un aumento di 1 milione 328 mila donne lavoratrici, pari al 14,0% in più delle attuali 9 milioni 477 mila occupate, portando il tasso di occupazione femminile al 58,0%. Qualora la maggiore occupazione di distribuisse per posizione in modo proporzionale all'attuale stock di donne occupate, e tenuto conto del rapporto tra occupate indipendenti e imprese gestite da donne, alla maggiore presenza delle donne sul mercato del lavoro conseguirebbe anche un allargamento del perimetro delle imprese femminili di 183mila unità, rafforzando la posizione di leadership dell’Italia, primo paese dell’Ue per numero di imprenditrici e lavoratrici autonome.
 Le imprese e l’artigianato al femminile nel territorio
L’analisi dei dati elaborati in collaborazione con l'Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia evidenzia che nel 2022 in Italia sono 1.336.689 le imprese gestite da donne, più di un’impresa su cinque (22,2%) che operano nella nostra penisola. Di queste il 16,4%, pari a 218.950 unità sono imprese artigiane e rappresentano il 17,2% del tessuto artigiano totale.

Le imprese totali gestite da giovani donne con meno di 35 anni sono 146.675, l’11,0% del totale imprese femminili e il 28,1% del totale imprese giovanili; quelle gestite da straniere sono 158.910, l’11,9% delle imprese femminili e il 24,6% di quelle straniere. Nel dettaglio, quelle capitanate da imprenditrici donne, giovani e di origini straniere sono 24.474 e rappresentano l’1,8% delle imprese a conduzione femminile. Per l’artigianato le imprese gestite da giovani donne sono 29.235, pari al 13,4% dell’artigianato femminile, mentre quelle gestite da donne di origine straniera sono 34.457, pari al 15,7% dell’artigianato femminile. Nel dettaglio, l'artigianato con a capo una donna giovane e straniera conta 4.929 imprese, pari al 2,3% dell'artigianato femminile.

A livello territoriale si osserva un maggior peso delle imprese gestite da donne sul totale imprese in Molise (27,3%), Basilicata (26,4%), Abruzzo (25,6%) e Umbria (24,8%). Mentre per l'artigianato l'incidenza delle imprese femminili sul totale è più elevata nelle regioni di Abruzzo (21,9%), Marche (20,1%) e Molise (19,6%). L’artigianato femminile rappresenta quote maggiori dell’imprenditoria femminile in Friuli-Venezia Giulia (23,9%), Emilia-Romagna (22,6%) e Marche (22,4%).

I dati per regione e provincia nell’Appendice statistica ‘Imprese femminili 2022 e dinamica su 2021 e su pre-pandemia per regione e provincia’. Qui per scaricarla.

 
Tasso occupazione femminile nei paesi Ue
Terzo trimestre 2022, % popolazione 15-64 anni - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 
Imprese artigiane femminili nelle regioni italiane: incidenza sul totale imprese femminili
Anno 2022 – inc.% su totale imprese gestite da donne - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere Lombardia

 
Imprese artigiane femminili nelle regioni italiane: incidenza sul totale artigianato
Anno 2022 – inc.% su totale imprese artigiane registrate - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere Lombardia