FERRARA - Al via i 'Dialoghi di Spirito artigiano': la crisi demografica italiana, giovani e qualità del lavoro
Il Magazine della Fondazione Germozzi di Confartigianato Imprese esce dal web e approda a Ferrara con il primo appuntamento della rassegna "I Dialoghi di Spirito Artigiano".
Lunedì 27 febbraio, al ridotto del Teatro Abbado di Ferrara, un vero e proprio parterre de rois presenterà il quaderno della Fondazione Germozzi, scritto da Alessandro Rosina, professore ordinario di Demografia e Statistica sociale alla facoltà di Economia dell’università Cattolica di Milano. Il tema è particolarmente stringente e molto caro alla nostra associazione: la demografia. Già il titolo dell’evento è indicativo: ‘Costruttori di futuro: la modernità delle imprese a valore artigiano di fronte alle crisi attuali’. Un tema che intreccia fortemente anche il mondo del lavoro e che, inevitabilmente, impatta anche sull’annoso problema della mancanza di manodopera che spesso affligge le imprese artigiane.
A parlarne saranno, oltre all’autore, il presidente nazionale di Confartigianato Marco Granelli, la rettrice dell’Università di Ferrara, Laura Ramaciotti, il saggista e docente della Cattolica Mauro Magatti, il direttore generale del Censis Massimiliano Valerii e il docente della statale nonché il presidente della fondazione Germozzi, Giulio Sapelli. A coordinare l’incontro sarà il responsabile della redazione estense de il Resto del Carlino, Cristiano Bendin. L'iniziativa è promossa in collaborazione con Confartigianato Ferrara.
STUDI - Costruzioni, settore driver della ripresa e della transizione green degli edifici: alcune evidenze
In vista dell'incontro di oggi pomeriggio tra il Governo e i rappresentanti di Confartigianato con le organizzazioni d’impresa e del mondo economico sul decreto legge che blocca lo sconto in fattura e la cessione dei crediti dei bonus edilizia, l’intervento del Presidente Marco Granelli ha evidenziato la rilevanza decisiva delle costruzioni nella ripresa post pandemia, con alcuni dati del 23° report presentato lo scorso 6 febbraio: tra il 2019 e il 2022 ben 2,1 punti di crescita del PIL arrivano dai maggiori investimenti in costruzioni in Italia rispetto al resto dell’Eurozona. Inoltre, tra il quarto trimestre 2019 e il terzo trimestre 2022 il settore delle costruzioni ha fatto registrare un aumento di 257mila occupati.
Con la spinta dell’edilizia, PIL Italia meglio rispetto maggiori economie Ue
Grazie alla spinta dei bonus edilizia, secondo le ultime previsioni della Commissione europea, nel 2023 il PIL dell'Italia sarà dell'1,7% superiore a quello del 2019, una performance identica a quella della Francia, e superiore allo 0,8% della Germania e allo 0,1% della Spagna.
Maggiore dinamismo dell’occupazione nel Mezzogiorno
La crescita dell’occupazione nell'edilizia e installazione di impianti ha registrato una maggiore intensità nel Mezzogiorno, che nel terzo trimestre 2022 registra una crescita degli occupati del 27,8% rispetto al corrispondente periodo pre-pandemia, una dinamica più che doppia di quella del Centro Nord (12,8%).
86 posti di lavoro su 100 creati nelle MPI
L’analisi dei dati Unioncamere-Anpal, sistema Exclesior, sulle entrate di lavoratori evidenzia che nel 2022 la domanda di lavoro nelle costruzioni, pari a 508.740 entrate, per l’85,5% pari a 435mila unità, è generata dalle micro e piccole imprese, una quota che sale all'89,3% nel Mezzogiorno.
Nell’edilizia maggiore dinamismo della produttività
In parallelo alla crescita dell’occupazione, il settore delle costruzioni, dominato dalla micro e piccola impresa in cui lavora l’87,2% degli addetti, ha registrato un aumento della produttività del 5,8%, un ritmo doppio del +2,6% del totale economia. Nell’arco di cinque anni (2016-2021) il valore aggiunto reale per ora lavorata è salito del 10,6% nelle costruzioni, settore che risulta il più performante con una dinamica più che doppia rispetto al +4,4% della media dell'economia.
Edilizia e installazione di impianti, settori chiave per la transizione green
La risoluzione del grave problema dei crediti incagliati e il disegno di un sistema sostenibile e strutturale degli incentivi sono interventi necessari per conseguire gli ambiziosi obiettivi di risparmio ed efficientamento energetico degli edifici: la proposta di direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia prevede che nel 2033 il consumo degli edifici residenziali si attesti almeno alla classe D di prestazione energetica, mentre a fine 2022 l’analisi degli attestati di prestazione energetica evidenzia che il 75,8% delle abitazioni residenziali è addensato nelle classi E, F e G, richiedendo, quindi, un intervento nell'arco dei prossimi dieci anni. Il sistema degli incentivi va reso semplice per evitare la ragnatela burocratica di 1 modifica normativa ogni 16 giorni che ha avvolto il sistema delle detrazioni in edilizia negli ultimi due anni e mezzo.
Italia 2° paese Ue per peso del gas nei consumi energetici degli edifici
La crisi energetica esplosa dopo l'invasione dell'Ucraina impone un risparmio di energia, in particolare del gas naturale, da cui l’economia italiana ha una grande dipendenza dalle forniture estere. Nel 2022 le importazioni di gas sono salite alla cifra record di 63,6 miliardi di euro, quasi il triplo (2,8 volte) dei 22,8 miliardi registrati nel 2021. Su questo fronte va segnalato che il 48,0% del gas consumato è utilizzato dalle famiglie negli edifici residenziali e che l'Italia, dopo i Paesi Bassi, è il secondo paese dell'Unione europea a 27 per dipendenza dal gas nel consumo di energia dagli edifici residenziali, registrando una quota del 52,6% sul totale delle commodities, a fronte del 33,5% della media Ue, il 42,8% della Germania e il 28,0% della Francia.
Ulteriori approfondimenti nel report ‘Le prospettive 2023 per le costruzioni, settore driver della ripresa’ che è integrato da una appendice statistica con il quadro delle imprese e dell’artigianato delle costruzioni per regione e provincia.
Dinamica degli occupati nelle Costruzioni nella ripresa post pandemia per ripartizione
III trim. 2022, variazione % su III trim. 2019, dati grezzi - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
Entrate nelle costruzioni per classe dimensionale, peso delle MPI e regione
2022, entrate - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere-Anpal
Dinamica produttività in cinque anni per settore
2016-2021, var. % cumulata - valore aggiunto a prezzi costanti per ora lavorata - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
STUDI - Autoriparazione volumi ricavi a +5,5%. Le criticità della transizione green dopo la decisione del Parlamento europeo
L'Unione europea conferma la traiettoria tracciata dal Green Deal con la decisione presa ieri dal Parlamento europeo di introdurre il divieto di vendita, a partire dal 2035, di autovetture e veicoli commerciali leggeri nuovi alimentati da motori termici, diesel e benzina.
In prospettiva si delinea una profonda modifica del mercato dell’auto, oggi caratterizzato da una contenuta presenza di auto elettriche. Dall’analisi dei dati sulle immatricolazioni forniti dall'Aci, a gennaio 2023 le autovetture nuove ibride a benzina, rappresentano il 36% del mercato delle prime iscrizioni (+21,2% su base annua) davanti alle auto a benzina (27,4%) e quelle diesel (18,3%). Le prime iscrizioni di vetture elettriche sono solo il 2,7% del totale (in diminuzione rispetto al 3,2% a gennaio 2022).
La priorità secondo Confartigianato autoriparazione: puntare sulla mobilità 'mista'
Secondo le priorità di intervento di Confartigianato Autoriparazione presentate a fine 2022 al Ministro Urso, è importante che il trend futuro sia caratterizzato da una mobilità ‘mista’, legata strettamente all’uso che si fa del veicolo, senza privilegiare fette di mercato a discapito di altre. Puntare in maniera esclusiva verso la trazione elettrica è controproducente sia poiché è un ambito che presenta ancora varie incognite, sia in quanto il motore endotermico ha molte potenzialità e possibilità di impiego anche con i carburanti alternativi e abbandonarlo significherebbe mettere a rischio il settore produttivo interessato. Secondo il principio della neutralità tecnologica, è necessario orientare gli incentivi verso le migliori tecnologie disponibili sul mercato e allargare la platea dei fruitori, dosando le agevolazioni in base al conseguimento di obiettivi che siano effettivamente definiti e misurabili. Per approfondire, si vedano anche le osservazioni di Confartigianato Imprese sul settore dell'automotive italiano e sulle implicazioni in termini di competitività conseguenti alla transizione alla propulsione elettrica.
In Italia l’autoriparazione rappresenta più della metà (53,1%) dell’occupazione della filiera dell’auto, con 222mila addetti che lavorano in 86mila imprese, con una elevata vocazione artigiana: le 69mila imprese artigiane danno lavoro a 159mila addetti, che rappresentano il 71,6% dell’occupazione del comparto.
I numeri dell'autoriparazione: addetti di difficile riperimento, fatturato in crescita, aumento dei prezzi sotto la media UE
Dal confronto internazionale proposto in una nostra precedente analisi, emerge che in Italia gli addetti dell’autoriparazione sono l'1,4% del totale occupati delle imprese a fronte dell'1,0% dell'Ue a 27 e dello 0,9% della Germania e della Francia.
Le criticità nella transizione green dell’autoriparazione si intrecciano con il difficile reperimento di personale qualificato. L’analisi contenuta nell’ultimo report dell’Ufficio Studi di Confartigianato, ripresa sul Corriere della Sera di domenica scorsa, evidenzia il 69,9% delle posizioni di meccanici artigianali, riparatori automobili ricercati dalle micro e piccole imprese sono difficili da ricoprire, quota che sale al 79,9% per Veneto, al 79,4% in Umbria, al 78,9% in Trentino Alto Adige e al 73,9% in Emilia Romagna.
In una fase ciclica caratterizzata da incertezze e dalla riduzione del potere di acquisto delle famiglie la domanda di manutenzione di autoveicoli rimane in positivo, anche grazie ad una dinamica dei prezzi al consumo molto contenuta. L’esame dei dati pubblicati da Eurostat evidenzia che nei primi tre trimestri del 2022 il fatturato della Manutenzione e riparazione di autoveicoli segna un aumento dell’11,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; nel confronto internazionale si tratta di una performance migliore rispetto al +8% della Francia e al +7,6% della Germania.
Per valutare la tendenza dei ricavi in termini reali abbiamo esaminato le tendenze dei prezzi dei servizi di manutenzione e riparazione degli autoveicoli: e dall’analisi emerge che la relativa dinamica in Italia è contenuta e risulta inferiore alla media degli altri paesi europei. Nei primi nove mesi del 2022 il prezzo al consumo del servizio degli autoriparatori in Italia sale del 3,6%, a fronte del +5,1% della media dell’Eurozona, il +6,1% della Germania e il +5,3% della Francia. Grazie a questa più favorevole dinamica dei prezzi, in Italia si stima un aumento del 5,5% del volume del fatturato degli autoriparatori, un ritmo di crescita inferiore al +7,3% della Spagna ma superiore al +2,5% in Francia e al +1,4% della Germania. Il quadro del settore per territorio è contenuto nella Elaborazione Flash ‘Alcuni numeri chiave sulla filiera auto in Italia nel 2022’. Clicca qui per scaricarla.
Dinamica fatturato, prezzi e volume fatturato Autoriparazione nei principali Paesi Ue
I-III trimestre 2022 - variazioni % tendenziali, prezzi: 07.2.3 Ecoicop - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
Difficoltà di reperimento di meccanici artigianali, riparatori automobili nelle MPI per regione
2022, % totale entrate - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere-Anpal
LAZIO - Intesa Sanpaolo e Confartigianato Lazio insieme per il rilancio di artigiani e MPI
E’ stato presentato oggi a Roma, presso la sede nazionale di Confartigianato, l’accordo tra Intesa Sanpaolo e Confartigianato Imprese Lazio per sostenere gli investimenti dell’artigianato e delle micro e piccole imprese della regione e accompagnare gli imprenditori nel rilancio delle attività attraverso progetti di digitalizzazione e sostenibilità.
Alla presentazione sono intervenuti Michael Del Moro, Presidente di Confartigianato Imprese Lazio; Andrea Rotondo, Presidente di Confartigianato Roma Metropolitana; Michele Attivissimo, Direttore Commerciale Retail Intesa Sanpaolo; Roberto Gabrielli, Direttore regionale Lazio Abruzzo Intesa Sanpaolo.
L’accordo si inserisce nel consolidato rapporto di collaborazione tra Intesa Sanpaolo e Confartigianato Imprese, grazie alla sottoscrizione di numerosi accordi finalizzati ad agevolare l’accesso al credito delle imprese associate.
In questo ambito, sono stati illustrati i contenuti di ‘CresciBusiness’, il programma di Intesa Sanpaolo dedicato alle micro e piccole imprese dell’artigianato e del commercio. Un piano da 5 miliardi di euro che prevede soluzioni di finanziamento a breve e medio-lungo termine a supporto della liquidità, della gestione dell’emergenza energetica e del pagamento delle bollette. Un articolato sistema di credito a condizioni particolarmente agevolate, per favorire gli investimenti soprattutto verso la trasformazione digitale e sostenibile, declinati in base alle esigenze specifiche dei singoli settori.
In particolare, sono previste agevolazioni sui prodotti di copertura assicurativa e noleggio di beni strumentali, arredi e complementi per contenere i costi operativi. Importanti anche le soluzioni di finanziamento per coprire i costi energetici con crediti agevolati e a garanzia pubblica fino a 36 mesi, con 1 anno di preammortamento, oltre alla possibilità di richiedere la sospensione della quota capitale dei finanziamenti in essere.
“Il credito – hanno sottolineato i Presidenti di Confartigianato Lazio Michael Del Moro e di Confartigianato Roma Metropolitana Andrea Rotondo - è il carburante indispensabile per ridare slancio e fiducia ai nostri imprenditori e rimettere in moto l’economia. Grazie alla partnership con Intesa Sanpaolo, Confartigianato Lazio potrà disporre di un’ampia gamma di prodotti e soluzioni per sostenere le imprese nella ripresa degli investimenti anche sul fronte della digitalizzazione e della sostenibilità, in linea con gli obiettivi del PNRR”.
Roberto Gabrielli, Responsabile Direzione Regionale Lazio e Abruzzo di Intesa Sanpaolo, ha fatto rilevare: “Le piccole e piccolissime imprese dell’artigianato e del commercio sono state inevitabilmente tra le più esposte alla pandemia e ai rincari dell’energia e delle materie prime. Per questo abbiamo pensato a “Crescibusiness”, ossia nuove soluzioni di finanziamento per supportare queste imprese e accompagnarle fuori dalla crisi e nel rilancio delle proprie attività attraverso progetti di digitalizzazione, sostenibilità e sviluppo delle loro attività commerciali”.
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STUDI – Difficoltà di reperimento del personale nell’artigianato più elevata in Trentino-Alto Adige (57,1%), Friuli-Venezia Giulia (56,4%) e Veneto (55,1%). Il quadro per territorio
Confartigianato ha lanciato l’allarme manodopera, evidenziando che nel 2022 le piccole imprese hanno avuto difficoltà a reperire 1.406.440 lavoratori, pari al 42,7% delle assunzioni previste, come rilevato dall’analisi contenuta nell’Elaborazione Flash ‘La difficoltà di reperimento di personale nelle MPI: alcune evidenze’ pubblicata oggi – qui per scaricarla - e anticipata sul Corriere della Sera.
L’analisi dei dati del sistema Exclesior di Unioncamere-Anpal evidenzia che nell’artigianato la quota di entrate di difficile reperimento sale al 50,2%, pari a 263.980 lavoratori difficili da trovare, quota superiore di 10,8 punti rispetto alle imprese non artigiane (39,4%). Il 27,8% delle entrate sono difficili da reperire per le imprese artigiane per il ridotto numero di candidati, il 17,8% per inadeguatezza dei candidati, il 4,7% per altri motivi.
Nel report viene proposta l’analisi territoriale del mismatch tra domanda e offerta di lavoro, svolta in collaborazione con l’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia, e delineata nel corso del webinar del 6 febbraio scorso in cui è stato presentato il 23° report Confartigianato su economia, congiuntura e imprese. Nel dettaglio si evidenzia che le imprese artigiane mostrano quote più elevate di entrate difficili da reperire nelle regioni di Trentino-Alto Adige (57,1%), Friuli-Venezia Giulia (56,4%), Veneto (55,1%) e Umbria (54,1%). Gap più elevati tra le quote di lavoratori in entrata difficili da trovare per l'artigianato e per le imprese non artigiane si osservano per Lazio (15,1%), Lombardia (12,8%) e Abruzzo (11,3%).
Tra le province dove le imprese totali - artigiane e non artigiane - scontano maggiormente questa difficoltà troviamo Provincia Autonoma di Bolzano (con quote di entrate difficili da reperire pari al 52,5%), Pordenone con il 52,0%, Gorizia con il 48,8%, Pavia con il 48,3% e Provincia Autonoma di Trento con il 47,9%. Dinamiche di crescita più sostenute del fenomeno, nel 2022 rispetto al 2021, si registrano nelle province di Brindisi (+15,0%), Catanzaro (+13,8%), Valle d'Aosta (+13,6%), Rimini (+12,6%) e Siracusa (+12,2%).
Quota entrate difficili da reperire per le imprese artigiane e non artigiane nelle regioni italiane
Anno 2022 – inc.% su totale entrate - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere - ANPAL, Sistema Informativo Excelsior, 2022
STUDI – 2023, eviteremo la stagflazione? Le risposte del 23°report Confartigianato
Una recessione in condizioni di alta inflazione, definita stagflazione, è un fenomeno che non si registra in Italia da circa mezzo secolo: fu nel 1975 che il PIL segnò un calo del 2,4% mentre l’inflazione era al 16,9%, a seguito degli effetti lungo periodo del primo shock petrolifero.
Il rallentamento del ciclo economico e le tendenze dell’inflazione sono state al centro del webinar di lunedì scorso, aperto da Vincenzo Mamoli, Segretario Generale di Confartigianato, in cui è stato presentato il 23° report ‘2023, eviteremo la staflazione?’. Qui per scaricare il report.
L’analisi dei dati macroeconomici condotta dall’Ufficio Studi, almeno per ora, allontana lo spettro della recessione: in Italia il PIL nel quarto trimestre 2022 scende dello 0,1%, migliorando la previsione di -0,3% di novembre, mentre per il 2023 il Fondo monetario internazionale stima una crescita dell’economia italiana dello 0,6%. Anche in Eurozona era prevista una caduta del PIL dello 0,3%, mentre Eurostat ne ha contabilizzato una stabilità (0,0%).
Il report evidenzia che, nonostante il discreto margine di sicurezza, una maggiore volatilità dei prezzi dell'energia, associata alla vigorosa stretta monetaria, porrebbe rendere più probabile uno scenario meno favorevole. Con il rialzo di 50 punti base deciso la scorsa settimana la BCE ha innalzato i tassi ufficiali di 300 punti base in soli sei mesi, con ricadute sul costo del denaro e la propensione ad investire.
Previsioni PIL 2023 nelle maggiori organizzazioni: trend nel tempo
Var. % PIL nel 2023 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su fonti diverse
Il 23° report in sintesi
Nel 2023 si indebolisce la crescita delle economia avanzate con l’Italia in linea con la Francia, mentre ristagna la Germania. Le ultime previsioni di crescita per il nostro Paese si stabilizzano attorno al mezzo punto percentuale e allontanano lo spettro della stagflazione. La politica monetaria restrittiva e il rialzo del costo del credito frenano gli investimenti, una componente di domanda che ha trainato l’economia italiana nella ripresa del 2022, in cui l’Italia è stata la locomotiva dell’Ue. Anche la prospettiva di recessione tecnica appare meno grave, con il calo del PIL nel IV trimestre 2022 meno severo del previsto.
I trend del 2023 sono dominati dall’evoluzione della crisi energetica e della stretta monetaria.
In calo i prezzi gas ed energia elettrica
Sul versante dell’energia, i prezzi del gas e dei energia elettrica sono in calo dopo i picchi estivi, ma restano su livelli ampiamente superiori ai livelli pre-crisi. La bolletta energetica sale a 104 miliardi di euro, toccando il nuovo massimo storico del 5,7% PIL. Si va formando la convinzione che lo shock energetico sia permanente: si apre una era dei prezzi del gas strutturalmente più elevati, esponendo le imprese ad ulteriori problemi di competitività. A dicembre 2022 l’Italia è 1° in Ue per crescita dei prezzi dell’energia elettrica e 2° tra 36 paesi Ocse per crescita dei prezzi dell’energia. Il prezzo del petrolio in euro a gennaio 2023 si stabilizza tornando sul livello di un anno fa e risulta inferiore del 34,1% rispetto al picco di giugno 2022, ma a fine mese in Italia i prezzi dei carburanti sono in salita e permane il decoupling tra prezzo di gasolio e benzina iniziato con guerra in Ucraina.
Rallenta l'inflazione e accelerano i tassi bancari
Con la riduzione dei prezzi delle commodities energetiche, si iniziano ad apprezzare i primi effetti di un rallentamento dell’inflazione che a dicembre 2022 resta alta ma beneficia del calo dei prezzi sui beni energetici: 9,2% per l’Eurozona (era 10,1% il mese prima), inferiore al 12,3% dell’Italia (12,6% il mese prima), influenzata da una più alta inflazione energetica (+65,1% vs. 25,5% Uem). All’alta inflazione, la Banca centrale europea ha risposto con un aumento di 300 punti base dei tassi ufficiali luglio e febbraio 2023. Nonostante al momento non ci siano segnali di una intensa spirale tra prezzi e salari, permane il rischio di una sincronizzazione pro-ciclica con una politica fiscale ‘prudente’. I tassi praticati alle imprese stanno accelerando e solo durante la crisi del debito sovrano si registrò una crescita tendenziale dei più intensa: c’è il rischio di effetti negativi su investimenti, produttività e transizione green e digitale. Costituisce un fattore di freno alla filiera immobiliare, il settore driver della ripresa post pandemia, la salita dei tassi sui mutui per l’acquisto di abitazioni. Per quanto riguarda la dinamica dei prestiti alle imprese, continuano a crescere sostenuti dai Servizi, ma stanno rallentando a causa di minor richiesta a fine di investimento, e a seguito del più alto livello dei tassi di interesse mentre sale la domanda per finanziare scorte e capitale circolante. Cresce la difficoltà di accesso al credito e continuano a peggiorare le condizioni di offerta.
I fattori di incertezza per il 2023
Sulle prospettive per il 2023 incombono alcuni fattori di incertezza: intensità della stretta monetaria, instabilità finanziaria, evoluzione della guerra in Ucraina, dinamica dei prezzi dell’energia, il rallentamento della Cina e i ritardi nell’attuazione del PNRR. Si riduce, ma resta alta l’incertezza delle imprese manifatturiere sull'andamento futuro dei propri affari con un quinto delle imprese esportatrici che registra scarsità di materiali, su quasi una su tre pesa l’influenza negativa di costi e/o prezzi mentre pare migliorare il problema dei tempi di consegna, complice anche il forte calo dei costi del nolo di container dopo l’escalation del 2021.
Produzione manifatturiera in calo congiunturale dello 0,5%, costruzioni aumento congiunturale dell’1,4%
La produzione della manifattura registra un calo congiunturale dello 0,5% nel trimestre settembre-novembre 2022, ma cresce nei primi 11 mesi del 2022, trainata da moda, gioielleria, occhialeria e legno, settori con ampia presenza dell’artigianato che infatti riesce a crescere lievemente di più. Sempre nei primi 11 mesi del 2022, le esportazioni crescono del 20,5% in valore, ma solo dello 0,3% in volume e ciò grazie al 4,3% dei beni di consumo, ad una maggior spinta dai settori a maggior presenza di MPI e dei mercati europei nonché degli USA, terzo partner commerciale del nostro Paese.
La produzione delle costruzioni registra un aumento congiunturale dell’1,4% nel trimestre settembre-novembre 2022 continuando la salita iniziata in estate dopo la frenata in primavera 2022 influenzata da modifiche alle normative su bonus edilizia: tra agli incentivi si segnala che il Superbonus 110% a fine 2022 tocca 62,5 miliardi di euro ammessi a detrazione.
Periodo incerto ma cresce la domanda di lavoro stabile
Il mercato del lavoro nonostante l’incertezza vede salire la domanda di lavoro stabile e 2 occupati permanenti su 3 sono richiesti dalle MPI ed in particolare le Costruzioni si confermano driver del recupero post-pandemia. Le previsioni sulle entrate di lavoratori nelle imprese crescono nel I trimestre 2023 trainate da Manifatturiero (soprattutto Meccanica ed elettronica) e Costruzioni, invertendo la tendenza del IV trimestre 2022. Resta il paradosso di rilevare che sono difficili da reperire il 45,6% delle entrate previste a gennaio 2023, quota che sale a 55,8% per gli operai specializzati e conduttori impianti con particolare difficoltà per Edilizia, ambito meccanico, Legno e Moda.
Turismo in ripresa
Vivace la ripresa del turismo con le presenze in crescita sostenuta grazie soprattutto agli stranieri, ma persiste ancora un ritardo sui livello pre pandemia. La nati-mortalità di impresa nel 2022 mostra un saldo positivo di 48mila imprese soprattutto grazie a Costruzioni e Mezzogiorno.
Prezzi alla produzione, rallenta la crescita ma restano al +10%
I prezzi alla produzione “no energy”, a dicembre 2022 continuano a rallentare la crescita restando sul +10% e fanno registrare il primo calo congiunturale da metà 2020; i prezzi dei prodotti manufatti per l’edilizia seguono gli stessi trend anche se la crescita resta più alta sia nel mese che l’anno.
Politica fiscale
La politica fiscale vede una manovra sul 2023 espansiva ma incentrata sul contrasto al caro energia, mentre lo sforzo fiscale rimane elevato, con un ritorno nel 2025 all’avanzo primario (+0,2% del PIL). Resta in riduzione il rapporto debito/PIL, che è atteso al 144,6% nel 2023. Si segnala che lo shock da pandemia sul debito ha portato in Italia ad un incremento pro capite più contenuto rispetto alla media Uem, a Francia e alla Germania.
Focus sulla riqualificazione del patrimonio edilizio ed efficienza energetica
Il 23° report propone un focus su riqualificazione del patrimonio edilizio ed efficienza energetica che nel 2021 ha visto una spesa per il rinnovo di edifici residenziali di 75,1, miliardi di euro di cui il 62,8% di riqualificazione collegata ad incentivi. L’analisi del patrimonio immobiliare e delle scelte di tipologia di immobili degli italiani, evidenzia un maggior consumo di energia in abitazioni unifamiliari e i dati desunti dalle richieste di rilascio di attestati di prestazione energetica mostrano che ben tre quarti delle abitazioni residenziali sono nelle tre classi energetiche peggiori E, F e G che saranno oggetto di miglioramento nel prossimo decennio secondo le linee della proposta di direttiva europea sulla prestazione energetica nell'edilizia.
Focus territori
Il report è arricchito da un ampio focus territoriale, curati dell’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia, in cui sono illustrate le evidenze a livello regionale e provinciale, ove possibile per disponibilità del dato, su attivazione del valore aggiunto collegata al Superbonus 110%, profilazione green degli edifici, previsione del PIL 2023, inflazione totale e inflazione di elettricità, gas e altri combustibili, esclusi carburanti per il trasporto, tempi di pagamento dei Comuni, trend domanda di lavoro al primo trimestre 2023, difficoltà di reperimento per totale imprese e artigianato, andamento dell'occupazione media degli ultimi 12 mesi rispetto al pre-pandemia (2019), demografia d'impresa e cybersicurezza.