FOTOGRAFI - 'Scattiamo per l'Italia' alla ricerca di eccellenze
Al via da oggi il concorso "Scattiamo per l'Italia" per la selezione delle 24 immagini (3 per ciascuna delle otto categorie) che rappresenteranno il Team Italia, coordinato dal Presidente di Confartigianato Fotografi Corrado Poli, nella edizione 2023 della WORLD PHOTOGRAPHIC CUP. Il termine per l'iscrizione e il caricamento delle immagini, che avverrà attraverso l’Entry System del sito www.wpcitalia.it è fissato al prossimo 15 Ottobre 2022.
Al fine di incentivare la partecipazione, con l'obiettivo di comporre un Team Italia in grado di competere ai massimi livelli internazionali e di rappresentare al meglio la fotografia italiana nel mondo, quest’anno la partecipazione al concorso sarà gratuita (con un limite massimo di immagini da inviare) e con due nuove categorie per un totale di otto, che corrispondono a quelle previste per la WPC (Commerciale; Illustrazione/Arte digitale; Paesaggi; Fauna selvatica; Ritratto “classico”; Ritratto “illustrativo”; Reportage/Fotogiornalismo; Matrimonio).
Ai vincitori del Team Italia, che rappresenteranno il nostro Paese alla WPC, sarà data comunicazione entro il 31 ottobre.
Gli autori delle 10 immagini con il punteggio più alto in ciascuna delle otto categorie riceveranno i Certificati di “finalisti nazionali”. Medaglie d’oro, d’argento e di bronzo saranno assegnate agli autori della prima, seconda e terza immagine con il punteggio più alto in ciascuna delle otto categorie.
Gli autori delle immagini che otterranno i tre punteggi più alti in ciascuna delle otto categorie faranno parte del Team Italia alla World Photographic Cup 2023 e potranno partecipare alle assegnazioni dei premi internazionali. Potranno inoltre inserire il logo “WPC Team Italy – Team member 2023” nelle loro comunicazioni.
Qualora una o più delle 24 immagini italiane selezionate attraverso il concorso nazionale risultassero tra le migliori 10 nelle rispettive categorie del concorso mondiale WPC, i loro autori verranno invitati dalla WPC a prendere parte alla cerimonia di premiazione che si svolgerà venerdì 17 marzo a Singapore.
Il Regolamento completo delconcorso"Scattiamo per l'Italia"con la descrizione dettagliata delle categorie, tutte le informazioni relative ai requisiti di partecipazione e ai diritti/licenze nonché ai criteri di valutazione delle immagini è disponibile al seguentelink:https://www.wpcitalia.it/regolamento/
ALIMENTAZIONE - La tempesta perfetta dei costi energetici delle imprese agroalimentari
Confartigianato Alimentazione denuncia la difficile situazione in cui si trovano ad operare le imprese del settore: l’incremento dei costi dell’energia elettrica e del gas hanno causato negli ultimi 12 mesi rincari addirittura fino al 500%, aumenti alimentati da fattori oggettivi e dalla forte spinta della speculazione.
Il presidente Massimo Rivoltini sottolinea la necessità di contrastare con vigore il caro bollette con interventi massicci da parte del governo potenziando le misure già adottate dall’attuale esecutivo, prevedendo l’azzeramento degli oneri generali di sistema per luce e gas, la riconferma del credito d’imposta sui costi di elettricità e gas per le imprese non energivore e non gasivore e, non da ultimo, arrivare a stabilire un limite europeo al prezzo del gas.
"Parallelamente agli interventi per l’immediato, - spiega - occorre adottare anche misure strutturali, oltre a prevedere soluzioni di lungo periodo come l’aumento dell’estrazione del gas in Italia o una diversificazione di tutte le fonti di approvvigionamento senza veti ideologici. In aggiunta a ciò imprese e famiglie dovrebbero poter essere agevolate sull’autoproduzione energetica con il fotovoltaico, anziché trovare molto spesso ostacoli di tipo burocratico".
"A questi costi - aggiunge Rivoltini - sono da assommare inoltre i forti incrementi dei prezzi delle materie prime, nonché i costi di produzione, come quello per gli imballaggi, dalla plastica al vetro fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti".
Nonostante il settore agroalimentare italiano registri buoni incrementi dall’export, soprattutto da quello dell’area extra UE (che risulterebbe essere più lontana dalla crisi bellica est europea e meno coinvolta dalla crisi energetica legata al gas russo), vanno ugualmente ad incidere sullo scenario l’enorme debito pubblico che impedisce manovre extra bilancio e le forti dipendenze estere in campo energetico e agricolo.
Due fattori contingenti contribuiscono poi ad aumentare i pericoli per il paese: l’incertezza determinata dall’evolversi della guerra russo-ucraina e dalle fluttuazioni dei prezzi delle commodity alimentari e l’inflazione che ha ripreso a galoppare come non si vedeva da parecchio tempo.
Fino a questo momento le imprese hanno evitato di scaricare l’incremento dei costi sui prezzi al consumo, nella maggior parte dei casi lavorando anche in perdita, ma queste scelte non possono essere irreversibili. Se la corsa del prezzo del gas continuerà anche in autunno rendendo impossibile onorare le bollette, le imprese si ritroveranno a dover applicare una sospensione o una forte limitazione alla produzione con il rischio concreto di andare incontro alla definitiva chiusura.
E allo stesso modo, se le famiglie si troveranno ad affrontare un costo più elevato dell’energia i consumi rallenteranno; e ugualmente saranno le imprese ad essere ancor più gravate al punto da dover ribaltare i maggiori costi sui prodotti al consumo, determinando lo stesso risultato.
Non c’è più tempo. L’autunno è prossimo e le imprese che sono appena riuscite faticosamente a ripartire dopo i lockdown motivati dalle misure anti Covid non possono rischiare di ritrovarsi in una nuova e più pesante recessione.
A fronte di questi ipotetici scenari diventerebbe necessario per le imprese poter ricorrere alla cassa integrazione per evitare le forti riduzioni del personale determinando così notevoli ripercussioni sul piano sociale. Con il riaprirsi di una stagione di agitazione delle maestranze con richieste allo Stato di effettive garanzie occupazionali ed il possibile conseguente innesco di proteste generalizzate.
Sarebbe infatti altamente probabile il rischio di ritrovarsi in una situazione da “autunno caldo” di lunga memoria tra i cui effetti vi sarebbe la rimessa in discussione di quegli equilibri di pace sociale rappresentati dagli accordi tra imprese e sindacati, raggiunti grazie all’impegno profuso dalle rispettive rappresentanze e che hanno contribuito decisamente ad accelerare lo sviluppo economico dell’Italia.
FOTOGRAFI - WPC 2023 - A Singapore la 10^ edizione. Corrado Poli: 'Invito i colleghi fotografi a cimentarsi in questa straordinaria competizione'
Singapore si è aggiudicata la prossima edizione della World Photographic Cup 2023 e Corrado Poli, Presidente di Confartigianato Fotografi e capitano del Team Italia ha già iscritto alla competizione la nostra squadra nazionale i cui componenti saranno selezionati con il contest “Scattiamo per l’Italia”.
L’annuncio dei vincitori della WPC 2023 avverrà il 17 marzo a Singapore, in collaborazione con Singapore Photographic & Digital Imaging Trade Association (SPDA).
Il Presidente della SPDA George Lin, ha dichiarato: “Siamo molto lieti di avere l’opportunità di ospitare la 10a edizione della prestigiosa Coppa del Mondo di Fotografia a Singapore. Il Comitato Esecutivo SPDA è davvero entusiasta e non vede l’ora di accogliere i vincitori, il comitato direttivo, i fotografi, gli sponsor e gli amici del nostro settore che si uniranno a noi nella nostra soleggiata isola tropicale nel marzo 2023!”
Saranno diffusi a breve i requisiti per l’iscrizione al Concorso “Scattiamo per l’Italia, le Categorie, le caratteristiche tecniche e le modalità di caricamento delle fotografie italiane, tra le quali saranno selezionate le 24 immagini (3 per ciascuna delle otto categorie) che approderanno a Singapore.
Il Presidente Poli, a nome del Team Italia, invita tutti i Colleghi a cimentarsi in questa straordinaria competizione selezionando le loro migliori opere per contribuire alla migliore rappresentazione della fotografia italiana nel mondo.
STUDI – Verso la XIX legislatura: alcuni trend dei prossimi cinque anni
Nel ventunesimo secolo è aumentata a dismisura l’incertezza. In un ventennio si sono susseguite undici gravi crisi: dalla crisi terroristica, alla grande recessione nata dalla finanza e diffusa all'economia reale, dalla crisi del debito sovrano alla prima fase della crisi russo-ucraina (2014), dalla pandemia globale alle strozzature lungo le filiere globali e dall'escalation dei prezzi delle commodities, dallo scoppio della crisi energetica all' invasione dell’Ucraina, eventi peraltro attraversati da una progressiva crisi climatica e idrica e da un ritorno dell'inverno demografico. Siamo passati, si potrebbe dire, dal 'secolo breve' al 'secolo dell'incertezza'. In Italia, negli ultimi quattordici anni (2008-2021) si sono registrati sei anni di recessione, mentre dei precedenti quarantasette anni (1961-2007) solo due furono caratterizzati da una caduta del PIL.
I cinque anni della prossima legislatura, la XIX, saranno caratterizzati da una elevata volatilità, affiancata da cambiamenti strutturali.
Tra il 2022 e il 2027 il PIL mondiale salirà del 18,1%, nell’Eurozona dell’8,8%, in Italia del 5,7%. Quest’anno il PIL della Cina, valutato in dollari, supera del 15,8% quello dell’Unione europea ma nel 2027 il divario raddoppierà, salendo al 32,6%. Nello stesso quinquennio la popolazione in età lavorativa in Italia – tra 20 e 64 anni – diminuirà di quasi un milione (957 mila) di unità, pari ad un calo del 2,7%, inducendo modifiche strutturali dell’offerta di lavoro, a fronte di un tasso di occupazione che è previsto costante tra il 2025 e il 2030. Nell’arco di cinque anni il calo demografico ridurrebbe di 28mila unità le iscrizioni di nuove imprese mentre, combinando il trend delle iscrizioni con quello demografico, tra il 2022 e il 2027 gli studenti degli istituti tecnici e professionali si riducono del 3,7%.
Tra il 2022 e il 2026 il fabbisogno occupazionale del settore privato è stimato in 3 milioni 290mila unità, con un tasso di fabbisogno del 3,2%, composizione del +3,0% relativo a 2 milioni 237mila unità dipendenti privati e del +3,7% relativo a 1 milione 52mila unità indipendenti.
In parallelo nel 2027 la spesa pensionistica si collocherà attorno al 16,4% del PIL, con cui pagare 19 milioni di prestazioni pensionistiche. L’invecchiamento della popolazione spinge una crescita della spesa sanitaria.
Il divieto nel 2035 di immatricolare di autovetture a combustibile fossile nell’Unione europea porterà in Italia, nell’ipotesi di un tasso di crescita del mercato dell’1% medio annuo, al 2027 una riduzione di 345 mila immatricolazioni di auto a benzina e gasolio rispetto al 2022 (-38,5%) a fronte di un aumento di 423 mila auto elettriche e ibride (+66,4%), con forti ricadute sulla produzione e l’occupazione nel settore automobilistico e in quello dell’autoriparazione. La crescente domanda di materie prime per la produzione di auto elettriche e di impianti di energia a fonti rinnovabili determinerà una scarsità di minerali critici e ‘terre rare’.
Tra le priorità del Green deal il risparmio energetico è indicato dal 46% degli italiani a fronte del 32% della media Ue; la riduzione dei consumi di energia, necessaria per combattere le conseguenze del climate change, e le conseguenze della prolungata guerra in Ucraina richiedono una minore dipendenza energetica dall’estero e una maggiore produzione da fonti di energia rinnovabili. Entro il 2027 dovranno essere attuate le azioni di medio termine previste da REPowerEU, il piano della Commissione europea per porre fine alla dipendenza energetica dalle importazioni russe. Entro il 2030 , secondo il pacchetto "Pronti per il 55%" (FIT for 55%), nell’Unione europea dovrà essere raggiunto il nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55 % rispetto ai livelli del 1990, nella prospettiva della neutralità climatica entro il 2050. Saranno necessari interventi per gestire le conseguenze cambiamento climatico, in particolare quelle che impattano sulle risorse idriche e sulla filiera agroalimentare.
Con la pandemia le MPI italiane hanno intensificato l’utilizzo delle tecnologie digitali. I prossimi anni saranno caratterizzati da una ulteriore accelerazione della transizione digitale: secondo i target per fine decennio posti dalla Commissione europea, tra il 2022 e il 2027 dovrà aumentare di 14 punti la quota delle imprese italiane che farà uso di servizi di cloud computing e di 42 punti percentuali quella relativa all’elaborazione di big data e all’utilizzo dell’intelligenza artificiale (IA).
Alcuni trend nella XIX legislatura (2022-2027)
+5,7% PIL Italia, +8,8% eurozona, +18,1% mondo
-2,7% popolazione in età di lavoro 20-64 anni
+3,0% fabbisogno occupati in quattro anni
-38,5% nuove autovetture a gasolio e benzina
+66,4% nuove autovetture ibride ed elettriche
+42 punti percentuali quota imprese utilizzano big data e intelligenza artificiale
Elaborazioni Ufficio Studi Confartigianato su dati Aci, Commissione europea, Fondo monetario internazionale, Istat, Mef-Rgs, Miur e Unioncamere-Anpal
ENERGIA – Confartigianato: “Caro-energia costa a Mpi 21,1 mld in più in un anno. Interventi subito per evitare ecatombe imprese”
Da settembre 2021 ad oggi le micro e piccole imprese hanno pagato per l’energia elettrica 21,1 miliardi in più rispetto all’anno precedente. Una batosta senza precedenti che rischia di ingigantirsi ulteriormente: Leggere di più
STUDI – Italia 2° in Ue per spesa pubblica/PIL dopo la pandemia, ma serve meno burocrazia e Pa più efficiente
Gli straordinari interventi messi in campo per contrastare la pandemia e la crisi energetica hanno dilatato a dismisura la presenza dello stato in economia, con 100,6 miliardi di euro di maggiore spesa corrente tra il 2019 e il 2022. Nel 2022 la spesa pubblica italiana supera i mille miliardi di euro, arrivando al 54,0% del PIL. Nel 2019, prima dello scoppio della crisi, il rapporto tra spesa e prodotto si fermava al 48,5% e collocava il nostro Paese al 7° posto nell’Ue, mentre quest’anno l'Italia, scalando cinque posizioni, sale al 2° posto dietro solo alla Francia.
All’intensificazione della presenza pubblica non corrisponde una adeguata qualità dei servizi offerti dalla pubblica amministrazione (Pa). Nel 2022 l'Italia si colloca al 24° posto in Ue per la soddisfazione per i servizi pubblici, davanti a Romania, Bulgaria e Grecia, per scivolare al 26° posto per fiducia nella Pa, davanti alla sola Grecia. In chiave territoriale la qualità delle istituzioni è più bassa nel Mezzogiorno. Sulla bassa qualità dei servizi della Pa influisce uno scarso utilizzo delle tecnologie digitali: solo il 28% delle amministrazioni locali consente all'utente di completare le pratiche amministrative e, se richiesto, di effettuare il pagamento on line; la quota si dimezza (13%) nel Mezzogiorno.
A fianco della dilatazione della spesa e di una bassa qualità dei servizi pubblici, si osserva il persistere di una elevata pressione fiscale. Il confronto internazionale, sempre basato sui dati dalla Commissione europea, evidenzia che per quest’anno il carico fiscale (tax burden) su cittadini e imprese italiani è previsto pari al 43,3% del PIL, superiore di 1,8 punti al 41,5% della media dell’Eurozona, con un tax spread che vale 32,8 miliardi di euro. Il nostro Paese, quindi, è al 4° posto in Unione europea per pressione fiscale, ma sale al 3° per prelievo fiscale sui consumi di energia e al 1° per aliquota implicita di tassazione del lavoro.
L'Italia affronta questa nuova fase in condizioni particolarmente critiche sul fronte del debito pubblico: a maggio 2022 il debito delle Amministrazioni pubbliche ammonta a 2.756 miliardi di euro, pari al 152,6% del PIL. A causa dell’elevato debito pubblico, l’Italia è al 1° posto in Ue a 27 per spesa per interessi, pari al 3,5% del PIL; nel 2022 il costo per remunerare il debito pubblico italiano è di 65,7 miliardi, ampiamente superiore ai 57,5 miliardi di euro della spesa per interessi di Francia e Germania messe insieme.
Gli acquisti delle autorità monetarie hanno assorbito quasi totalmente lo shock della pandemia sul debito pubblico italiano: tra febbraio 2020, prima dello scoppio della pandemia, e maggio 2022 lo stock di debito è salito di 308,8 miliardi di euro, di cui il 97,1% è detenuto dalla Banca d'Italia, la cui quota di debito sottoscritto passa dal 16,8% di due anni fa all’attuale 25,8%, con un aumento di 9 punti percentuali in poco più di due anni.
Il ritorno ad una politica monetaria restrittiva, affiancata da una politica fiscale prudente finalizzata ad “assicurare una riduzione credibile e graduale del debito - come indicato nelle ultime Raccomandazioni della Commissione europea - potrebbe attivare una pericolosa sincronizzazione di effetti pro-ciclici.
Finanza pubblica e servizi pubblici: la posizione dell’Italia nell’Ue a 27
2° spesa pubblica/PIL, +4 posizioni rispetto al 2019
1° spesa per interessi/PIL
24° qualità servizi pubblici
26° fiducia verso la Pubblica amministrazione (Pa)
27° interazione digitale con la Pa
4° pressione fiscale
3° tassazione energetica
1° tassazione del lavoro
Debito pubblico
2.755,6 miliardi di euro a maggio 2022
152,6% rapporto debito pubblico/PIL
+308,8 miliardi di euro debito pubblico tra febbraio 2020 e maggio 2022
+300,0 miliardi di euro debito pubblico detenuto da Banca d’Italia tra febbraio 2020 e maggio 2022
65,7 miliardi di euro di spesa per interessi
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat e Commissione europea