Il sottosegretario Polillo spiega le linee guida della riforma fiscale

Da quando si è insediato a Palazzo Chigi, il Governo Monti ha scelto di parlare poco con la stampa. Nessuna anticipazione sui lavori in corso, poche notizie su giornali e telegiornali, insomma che a parlare siano i testi ufficiali, non le indiscrezioni. E’ stato così per la riforma del lavoro ed è così anche per quella delega fiscale con cui il governo tecnico sta cercando di riportare sui binari dell’equità un sistema fiscale diventato insopportabile per imprese e cittadini. A Firenze, tra le tante autorità invitate ad intervenire, c’è stato anche Gianfranco Polillo, economista, editorialista ed attuale sottosegretario all’economia e alle finanze, che ha anticipato ai nostri microfoni le linee guida del Governo in materia fiscale. “Il decreto fiscale introduce elementi di forte semplificazione - ha spiegato Polillo - iniziative che rappresentano una manutenzione ordinaria della stratificazione fiscale avvenuta in questi ultimi anni. Abbiamo introdotto, però, alcuni elementi di novità che tengono conto della particolare congiunzione”. Su tutti, l’introduzione della rata variabile per rientrare dei debiti con l’Agenzia delle entrate e la proporzionalità tra il debito e gli strumenti coercitivi per il recupero delle somme. Ma è sulla delega fiscale che le imprese ripongono le proprie aspettative per un fisco più a favore di imprese. Oltre alla riforma del catasto, che non “deve portare maggiori oneri a carico del contribuente”, come ha sottolineato il sottosegretario Polillo, il Governo sta lavorando sulla riduzione della tassazione sull’impresa. “Ci sarà una progressione d’imposta sugli utili presi a titolo di compenso dall’imprenditore mentre si ridurrà notevolmente l’imposta sulla società stessa e questo sarà un forte incentivo alla patrimonializzazione dell’impresa - ha continuato Polillo - In altre parole, l’azienda che utilizza gli utili realizzati per proseguire negli investimenti avrà un vantaggio fiscale. L’azienda che utilizza gli utili per incrementare lo stipendio dei manager, invece, sarà tassata come qualsiasi altro lavoratore”. Le poche anticipazioni sui lavori del Governo avevano creato il caso del fondo salvatasse, annunciato dal ministro Tremonti, rilanciato dai media durante i lavori per il decreto fiscale e poi apparentemente scomparso. Secondo Polillo, il fondo c’è e le modalità operative verranno definite con la riforma fiscale. “Il ministro Tremonti aveva già individuato la possibilità di avere soltanto tre aliquote, del 20, 30 e 40%. Una sorta di manifesto, però, perché non venivano definiti gli imponibili. Insomma, quello era soltanto un annuncio. Noi, invece, preferiamo fare un altro ragionamento - ha aggiunto il sottosegretario - noi accumuliamo risorse che arriveranno dalla lotta all’evasione. Le risorse che avremo recuperato, che non andranno a ridurre il deficit perché il controllo del deficit lo stiamo facendo con altri strumenti, le riverseremo ai contribuenti”. Per imprenditori e cittadini non resta che aspettare, le intenzioni del Governo sembrano andare nella direzione auspicata per alleggerire la pressione fiscale. Il condizionale, però, resta d’obbligo.


FISCO - Disegno di legge di riforma fiscale. Confederazioni dell’artigianato e Pmi: Ridurre tasse su imprese

Riforma del fisco solo con riduzione spesa pubblica “Da giugno sulle imprese italiane si abbatterà un aumento di pressione fiscale insostenibile.  Con la nuova IMU sugli immobili produttivi l’incremento della Leggere di più


Da Confartigianato AsoloMontebelluna una task force per sostenere gli imprenditori del Nord Est

In neppure due mesi di attività ha raccolto decine di appelli di imprenditori piegati dalla crisi. «Life Auxilium» è la rete di sostegno promossa Confartigianato AsoloMontebeluna, una segreteria telefonica sempre attiva, uno sportello con operatori pronti ad ascoltare ma soprattutto a sostenere con strumenti reali chi non riesce più a far fronte al peso pratico e psicologico di fisco, banche, ritardi di pagamento, cartelle esattoriali. <i>«La maggior parte delle telefonate di imprenditori che si sono rivolti al nostro sportello sono connesse a problemi legati al credito </i>– spiega il presidente di Confartigianato AsoloMontebelluna Stefano Zanatta.<i> Credito, perché non riescono ad avere credito dalle banche, credito perché non ottengono pagamenti dalle imprese per le quali hanno fatto i lavori. E quando le casse sono vuote è impossibile soddisfare le richieste di lavoratori e fornitori, per non dire quelle di Equitalia. Gli imprenditori che ci chiamano non sono evasori, vogliono pagare i propri debiti ma sono impossibilitati a farlo».</i> Al primo contatto telefonico segue un’incontro, si stila un piano di intervento a cui si può affiancare, a seconda dei casi, la consulenza gratuita di un avvocato o di uno psicologo. Il centro, opera fianco a fianco con i servizi del territorio: uffici comunali, Unità sanitaria locale, Caritas. E in tempi strettissimi arriva l’aiuto: aiuto a tenere aperta l’attività o a chiuderla se mancano i presupposti per mandarla avanti. <i>«Io </i>– rimarca Zanatta -<i> la chiamo l’eutanasia dell’azienda. Se c’è bisogno di fare questo dobbiamo farlo per non trascinare situazioni che possono peggiorare rispetto al presente». </i> A telefonare al numero di Confartigianato AsoloMontebelluna non sono solo gli imprenditori veneti, o i loro famigliari, gli sos arrivano da tutto il Paese. La crisi, infatti, ha riunito sotto lo stesso cappello realtà produttive di territori prima distanti, ma nel nord est l’umiliazione di veder sgretolare in pochi mesi il lavoro di anni può avere esiti più drammatici che altrove. In Veneto, dal 2009 a oggi, una cinquantina di imprenditori si è tolta la vita per motivi economici, una lista che si aggiorna con rapidità preoccupante. Una situazione che lo psicoterapeuta Piero Munaro del cento Eidos di Treviso, autore di una ricerca che ha analizzato come gli imprenditori di questi teritori hanno reagito alla crisi, spiega così.<i> «Nel Veneto c’è una cultura che può essere considerata lavora, lavora, lavora. Dove la dimensione lavorativa è molto significativa e molto importante. E’ chiaro che nel momento in cui questa dimensione non riesce più a funzionare, questo crea una grossa difficoltà all’imprenditore».</i>


Il Governo alla prova delle semplificazioni

In pochi mesi gli impegni del Governo per semplificare la vita degli imprenditori sono diventati norme dello Stato. Le buone intenzioni non mancano: il decreto ‘Semplifica Italia’, convertito in legge alcuni giorni fa, promette molte delle cose che Confartigianato sollecita per ridurre i 23 miliardi di costi burocratici sopportati ogni anno dagli imprenditori italiani. Ad esempio, in materia di controlli sulle aziende, l’impegno è di tagliare adempimenti inutili per evitare duplicazioni delle verifiche. Da gennaio 2013 meno oneri anche per partecipare alle gare d’appalto. Grazie alla Banca dati unica le amministrazioni potranno consultare per via telematica la documentazione ed effettuare i controlli sul possesso dei requisiti, senza richiederli alle imprese. Scomparirà poi l’obbligo di predisporre e aggiornare il documento programmatico sulla sicurezza previsto dal codice sulla privacy. Tra le novità, anche l’autorizzazione unica ambientale che sarà rilasciata da un solo ente. Modifiche poi al Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza per eliminare oneri e autorizzazioni ormai anacronistiche. Inoltre, verrà tolta una inutile duplicazione nelle certificazioni di conformità degli impianti. E ancora, a partire dal primo gennaio 2014, nella Pubblica amministrazione saranno utilizzati esclusivamente i canali e i servizi telematici, compresa la posta elettronica certificata. Entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge sulle semplificazioni sarà adottato un piano triennale (2012-2015) per ridurre le spese nel settore pubblico. Contemporaneamente scatterà un piano triennale per misurare i tempi dei procedimenti amministrativi e ridurre gli oneri regolatori che pesano su imprese e cittadini. E se proprio dovranno arrivare nuovi costi, lo Stato sarà obbligato ad eliminarne altri per evitare che si sommino sulle spalle degli imprenditori. Per far decollare la riforma, inizierà una fase di sperimentazione in alcune zone d’Italia dove le imprese potranno volontariamente offrirsi di partecipare al test. Insomma, le premesse per rivoluzionare la vita degli italiani ci sono tutte: ma ora si tratta di passare rapidamente dagli impegni ai fatti. Le norme contenute nel decreto Semplifica Italia rinviano infatti a successivi provvedimenti di attuazione. Quindi il rischio da evitare è che i buoni propositi rimangano soltanto scritti sulla Gazzetta Ufficiale e che per avere risultati concreti occorra aspettare ancor tanto, troppo tempo.


RINNOVABILI - Guerrini: “Il quinto Conto Energia penalizza i piccoli impianti che danno lavoro a 150.000 persone”

“Il quinto Conto energia rischia di penalizzare il mercato libero dei piccoli impianti di energie rinnovabili e della microgenerazione distribuita in cui operano 85.000 imprese che danno lavoro a 150.000 persone”.Leggere di più


Ikea produce in Italia - Cesare Fumagalli: “Scelta che premia qualità made in Italy. Ma ora ridurre subito costo del lavoro ed eliminare oneri Inail”

“La scelta di Ikea di produrre nel nostro Paese premia l’Italia delle ‘quattro A’ abbigliamento-moda, arredamento, alimentari, apparecchiature industriali, vale a dire i settori trainanti del made in Italy”.Leggere di più