Strumenti classici o moderni, la liuteria di Cremona fa ancora rima con eccellenza
Ci sono una studiosa francese, un famoso liutaio internazionale ed una camera d’albergo statunitense. No, non è una barzelletta, anche se di risate questa storia ne ha suscitate parecchie. Tutto è cominciato dalla pubblicazione di un test sulla qualità del suono dei violini. Sei strumenti in tutto, due stradivari, un guarneri e tre violini moderni. Per testarli, con gli occhi bendati, 21 musicisti di fama internazionale. A loro è stato chiesto quale strumento preferissero. Il risultato? Una preferenza, netta, per gli strumenti moderni. Ora, se è vero che la liuteria moderna ha raggiunto da anni standard d’eccellenza qualitativa, è anche vero che un violino realizzato nel ‘700 dal più grande interprete della liuteria mondiale meriterebbe un po’ più di rispetto, non certo una camera d’albergo. “La notizia di questo test mi ha lasciato subito perplesso - ha detto Stefano Trabucchi, vicepresidente di Confartigianato Imprese Cremona e presidente del gruppo liutai - questo perché è molto difficile comparare con un singolo test gli strumenti della scuola antica cremonese con quelli della scuola moderna. Qualsiasi confronto tra strumenti è assolutamente soggettivo e, se il test fosse stato realizzato in auditorium e non in una camera d’albergo, il risultato sarebbe stato sicuramente diverso. Il suono, infine, va valutato da chi ascolta e non dall’esecutore”. Capitolo chiuso, quindi. Quel test non può essere considerato attendibile, anche perché, sottoposto ad un esperimento simile, un maestro del calibro di Uto Ughi ha riconosciuto lo Stradivari dopo una manciata di secondi. Discorso diverso, invece, per quanto riguarda la qualità della liuteria moderna. Secondo Claudia Fritz, la studiosa del suono che ha realizzato l’esperimento, il test serve a dimostrare proprio questo, “la liuteria moderna sta facendo un ottimo lavoro, tanto che gli strumenti realizzati oggi riescono a competere anche con quelli più antichi”. La conferma arriva direttamente da Cremona, patria, ieri come oggi, della migliore tradizione liutaria mondiale. “La liuteria cremonese moderna recita un ruolo importantissimo a livello mondiale - ha aggiunto Trabucchi - I nostri strumenti sono conosciuti in tutto il mondo, dal Giappone alla Corea del Sud, dagli Stati Uniti alla Cina, passando per Singapore, la Germania e l’Inghilterra. La liuteria cremonese è una realtà viva, che comprende più di 100 botteghe artigiane in tutta la città”. Qualità assoluta in ogni fase di lavorazione ed un continuo scambio di conoscenze hanno permesso agli eredi di Stradivari e di Guarneri di mantenere standard d’eccellenza assoluta. Oggi, nonostante una leggera flessione dovuta alla contrazione dei mercati internazionali, questo settore d’eccellenza dell’artigianato italiano ha retto agli scossoni della crisi. Per farlo, ha puntato tutto sull’eccellenza, sull’export e sull’aggregazione tra imprese. “Per portare i nostri prodotti sui mercati di tutto il mondo utilizziamo diversi strumenti. La nostra associazione - ha concluso Trabucchi - ha creato un consorzio, il “consorzio liutai antonio stradivari”, che, anche grazie all’apporto della camera di commercio di Cremona, ci permette di partecipare alle più importanti rassegne fieristiche di settore del mondo”.
Tempi di sconfinamento, la stretta di Basilea 3
Anno nuovo ma problemi vecchi per le micro e piccole imprese. Se è vero che il rapporto tra banche e imprenditori non è mai stato idilliaco, è vero anche che la stretta creditizia nata con la crisi del 2008 e le novità previste da Basilea 3 rischiano, seriamente, di peggiorare la situazione. A cominciare dalle nuove regole sui tempi di sconfinamento, entrate in vigore il primo gennaio 2012. “Lo sconfinamento è l’eventuale ritardo con cui l’impresa restituisce alla banca la rata di mutuo secondo le caratteristiche e le tempistiche del proprio piano di ammortamento”, ha spiegato Bruno Panieri, il direttore delle politiche economiche di Confartigianato Imprese. Il 31 dicembre 2011, infatti, è scaduta la deroga temporanea concessa all’Italia che permetteva alle banche di segnalare gli sconfinamenti delle imprese dopo 180 giorni, e non dopo i 90 giorni previsti da Basilea 2. Resta in vigore, invece, la deroga permanente per le banche che utilizzano sistemi di rating interni. Almeno fino al 31 dicembre 2012, la scadenza fissata da Basilea 3 per portare anche questo limite a 90 giorni. Ridurre a tre mesi i tempi di sconfinamento, però, potrebbe trascinare le imprese in cattive acque. “Le conseguenze di uno sconfinamento possono essere molto gravi per le imprese - ha aggiunto - la banca, infatti, può fare richiesta di rientro dell’affidamento eventualmente accordato perché, a quel punto, l’impresa diventa insolvente”. In un periodo di crisi economica così grave per i bilanci delle imprese, Confartigianato, l’ABI e le altre organizzazioni di rappresentanza hanno firmato un protocollo d’intesa che dovrebbe attenuare l’impatto delle nuove norme sullo sconfinamento. “Le nuove regole rischiano di aggravare ulteriormente le già difficili condizioni di accesso al credito che stiamo vivendo in questo periodo - ha concluso Panieri - Per questo motivo, la rappresentanza imprenditoriale e l’ABI hanno siglato un protocollo d’intesa attraverso cui individuare misure che ci consentiranno di creare una serie di strumenti che aiutino le imprese”. Due, in sostanza, le linee guida dell’accordo tra imprenditori e ABI. Da una parte, uno sforzo comune per informare le imprese delle novità, evitando così di incorrere in qualche sgradita sorpresa, dall’altra, invece, l’impegno da parte delle banche aderenti all’accordo di accompagnare le imprese verso soluzioni personalizzate per evitare che le nuove regole sugli sconfinamenti chiudano, definitivamente, le porte del credito per artigiani e piccoli imprenditori.
AUTOTRASPORTO - Del Boca, UNATRAS “La maggioranza delle imprese di autotrasporto non attua il fermo. Protesta sospesa in attesa dei provvedimenti del Governo”
Unatras (Unione Nazionale delle Associazioni dell’Autotrasporto merci di cui fanno parte Confartigianato Trasporti, Cna Fita, Fai, Fiap L., Sna/Casartigiani, Unitai che rappresentano la maggioranza delle imprese di autotrasporto merci Leggere di più
MERCATO DEL LAVORO - Confronto Governo Parti Sociali. Non aggravare costi del lavoro per le imprese
Per creare nuovi posti di lavoro non servono soluzioni preconfezionate che riducano la flessibilità in entrata e in uscita. Non è sostenibile né sul piano del metodo né sul piano economico l’introduzione di qualsiasi misura che
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Unatras sospende il fermo nazionale dell’autotrasporto
Rinvio di 60 giorni del fermo, in attesa dell’attuazione dei decreti annunciati dal Governo a favore dell’autotrasporto. Sospeso, dunque, ma non annullato. E’ una fiducia a tempo quella concessa al Governo dall’Esecutivo dell’Unatras - la più rappresentativa organizzazione nazionale del settore che rappresenta circa il 90% dei mezzi circolanti - che si è riunito nel pomeriggio del 18 gennaio mentre in Parlamento il ministro Corrado Passera ribadiva la piena disponibilità a una proficua collaborazione con la categoria.<i>“Il Governo </i>- ha detto Passera nel corso del question time a Montecitorio- <i>intende riservare all’autotrasporto conto terzi un’attenzione particolare trattandosi di un settore vitale per il rilancio dell’economia del Paese, anche tenuto conto che l’80% della nostra merce viaggia su gomma e che il settore ha particolarmente risentito della grave crisi economico-finanziaria degli ultimi anni”. </i> La decisione di sospendere il fermo è giunta al termine di un movimentato dibattito che ha confermato il grave disagio degli autotrasportatori. Una decisione sofferta ma non del tutto inattesa. L’11 gennaio, infatti, nel corso di un incontro con il Viceministro Mario Ciaccia, a fronte del riconoscimento della legittimità delle richieste del comparto da parte del Governo, i rappresentanti delle organizzazioni dell’autotrasporto aderenti a Unatras, avevano lasciato la porta aperta alla trattativa. <i>“Le rassicurazioni del Ministro Ciaccia sulla necessità di mantenere in opera l’apparato dell’articolo 83bis relativo ai costi della sicurezza ci ha fatto molto piacere</i>– sottolinea il Presidente di Unatras e Confartigianato Trasporti Francesco Del Boca. <i>Il mancato recepimento da parte del Tar del ricorso fatto da Confindustria e dalle sue aziende contro l’individuazione dei costi della sicurezza</i> – prosegue Del Boca- <i>è stato un altro punto a nostro favore, come pure il fatto che il Ministro abbia confermato tutti i fondi </i> (NdR. 400 milioni di euro stanziati dal Governo Berlusconi nella legge di stabilità del 2012, non soggetti a riduzione) <i>e che abbia accolto la nostra richiesta di trimestralizzare la restituzione delle accise che sono diventate una cifra molto importante per le aziende di trasporto. Tutte decisioni sicuramente apprezzate dalle associazioni e che hanno fatto sì che si arrivasse alla sospensione del fermo”.</i> Ma i problemi denunciati dagli autotrasportatori non sono tutti risolti. Ci sono importanti tasselli che ancora non si sono incastrati nel mosaico dei provvedimenti governativi. E’ancora Del Boca che parla. <i>“Noi stiamo lavorando con il Viceministro Ciaccia e con il Ministero dei Trasporti al fine di rendere più applicabile la norma dell’83bis, specialmente riguardo l’applicazione delle sanzioni che devono essere comminate alla committenza qualora non rispetti le norme dei costi per la sicurezza. Questo sarà l'impegno che le imprese di autotrasporto si sono assunte per il prossimo futuro. La speranza è che questo Governo che nei fatti ha dato la disponibilità per arrivare a questo risultato mantenga fede agli impegni ”</i> conclude il Presidente delle piccole imprese di autotrasporto Francesco Del Boca.
Confartigianato Sicilia, arriva il codice etico
Confartigianato Sicilia intensifica la lotta alle collusioni tra mondo produttivo e criminalità organizzata. Il prossimo 27 gennaio, presso la Camera di Commercio di Palermo, il presidente della Confederazione siciliana Filippo Ribisi e il segretario Salvatore Puglisi presenteranno il ‘Codice etico’ contro il racket delle estorsioni. Il Codice mette nero su bianco le regole comportamentali a favore della legalità a cui dovranno attenersi dirigenti, dipendenti, collaboratori confederali e le oltre 15.000 imprese associate che fanno parte di Confartigianato Sicilia. Un nuovo intervento della Confederazione contro le logiche e le infiltrazione mafiose nel tessuto produttivo siciliano. All’evento di presentazione parteciperanno gli esponenti delle istituzioni locali e i vertici nazionali di Confartigianato.