7 Giugno 2016, h. 13:01

STUDI – Debiti PA scesi di 1,8 punti di PIL in 3 anni, ma l’Italia rimane al primo posto in UE. Più della metà (52,5%) del debito, pari a 34,4 miliardi di euro, è legato ai ritardi nei pagamenti

Una specifica criticità nelle relazioni tra imprese e Pubblica amministrazione consiste nell’elevato debito commerciale della PA e dei relativi tempi di pagamento, che interessa 647 mila imprese fornitrici[1], pari al 15,1% delle imprese attive.

Secondo le più recenti valutazioni di Banca d’Italia, nel 2015 i debiti commerciali delle Amministrazioni pubbliche sono pari al 4,0% del PIL, valutabili in 65,4 miliardi di euro. Le risorse messe a disposizione degli enti decentrati nell’ambito di un piano straordinario per il pagamento di debiti pregressi – fortemente sostenuto da Confartigianato e che ha mobilitato risorse per quasi 50 miliardi nel biennio 2013-14, utilizzate per circa il 70% – hanno ridotto il peso dei debiti commerciali di 1,8 punti di PIL tra il massimo del 2012 e 2015. Persiste una quota ‘non fisiologica’ del debito – legata a ritardi e non a dilazioni di pagamento definite contrattualmente – pari all’1,9% del PIL ed equivalente a 34.364 milioni di euro e che rappresenta più di metà (52,5%) del debito complessivo.

Il confronto internazionale evidenzia per l’Italia un più elevato debito commerciale delle PA rispetto agli altri Paesi europei. Secondo l’ultimo aggiornamento fornito da Eurostat l’Italia nel 2015 mostra un debito commerciale verso le imprese per beni e servizi – per la sola parte di spesa corrente ed esclusi i debiti acquisiti da intermediari finanziari con clausola pro soluto – pari al 3,0% del PIL, il più elevato tra i Paesi dell’Unione a 28 e doppio rispetto alla media europea dell’1,5%. Tra i maggiori Paesi la Spagna registra uno stock di debiti pari all’1,4% del PIL (9° posto), la Germania e la Spagna mostrano una incidenza dell’1,2% (16° posto) ed il Regno Unito si ferma sullo 0,9% (21° posto).

Persistono alcune criticità sui tempi dei pagamenti delle Amministrazioni pubbliche: le ultime valutazioni della Banca d’Italia indicano 115 giorni, in riduzione rispetto ai 120 del 2104. L’ultima rilevazione disponibile del MEF indica tempi di pagamenti medi di 44 giorni; nel merito viene specificato che i tempi medi si riferiscono ai soli enti “attivi” a cui si riferisce il 34% del numero delle fatture elettroniche e il 50% dell’importo delle fatture pagate.

Una nostra recente analisi evidenzia che anche tra i 500 enti pubblici più virtuosi rimane una quota elevata (32,8%) di Amministrazioni pubbliche che presenta una deviazione nei tempi di pagamento superiore al 20% al termine di legge.

L’analisi delle posizioni di Confartigianato nel servizio del TG di questa settimana. Clicca qui per vederlo.

 

 

Debiti commerciali della PA

(2008-2015; milioni di euro correnti – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d’Italia)
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Debiti commerciali per spesa corrente delle Amministrazioni Pubbliche nei paesi dell’UE a 28

(Anno 2015-% del PIL Spesa per beni e servizi di parte corrente. Comprese le anticipazioni – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat)

 

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[1] Dalla data di avvio dell’obbligo di fatturazione elettronica, fino al 31 dicembre 2015 sono 647.344 imprese con partita Iva che hanno inviato almeno un file fattura al Sistema di Interscambio (Agid e altri, 2016)

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