28 Settembre 2016, h. 09:25

STUDI – Nei primi sei mesi 2016 tenuta export manifatturiero di MPI (+1,0%), in calo altri settori (-0,3%). Pesa il calo degli Emergenti (-2,5%). I mercati up&down

I segnali di rallentamento del commercio internazionale sono evidenti anche sulle vendite delle imprese italiane all’estero: nei primi sette mesi del 2016 le esportazioni segnano una flessione dell’1,2%, mentre le stime preliminari sui mercati extra Ue dei primi otto mesi dell’anno indicano una flessione del 3,3% delle vendite del made in Italy.

Il dettaglio settoriale – disponibile su dati a giugno 2016 – evidenzia che nel primo semestre 2016 le esportazioni dei settori a maggiore concentrazione di micro e piccole imprese (MPI) – i settori comprendono Alimentare, Tessile, Abbigliamento, Pelli, Legno, Mobili, Prodotti in metallo e altre industrie manifatturiere – ammontano a 57,7 miliardi di euro e sono  aumentate dell’1,0%, pari a 561 milioni di euro in più, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a fronte del -0,3% per i restanti settori e della dinamica sostanzialmente stazionaria (+0,1%) delle esportazioni manifatturiere nel complesso. Anche l’export di MPI risente del rallentamento della domanda internazionale segnando una dinamica meno intensa rispetto al +4,5% registrato nel primo semestre dell’anno precedente.

Sulla dinamica delle esportazioni manifatturiere dei comparti a maggiore concentrazione di micro e piccola impresa pesa il calo della domanda delle Economie emergenti e in via di sviluppo: in questi paesi si registra il -2,5% a fronte del +2,2% nelle Economie avanzate. Considerando le aree di destinazione, in Europa, che concentra il 68,0% dell’export manifatturiero di MPI, si osserva il +2,4% – composto da un +3,3% verso in Paesi dell’Ue a 28 e un -2,0% nei Paesi europei non appartenenti all’Ue a 28 – in Asia (quota del 16,9%) il -1,6%, in America (quota dell’11,3%) il +0,2%, in Africa (quota del 2,9%) il -10,8%.

Nel dettaglio dei maggiori 20 mercati di destinazione del made in Italy si osservano significativi aumenti dell’export di MPI in Repubblica Ceca con la crescita dell’11,8% (pari a 68,6 milioni di euro in più), Polonia con il +8,5% (+93,4 milioni di euro), Spagna con il +5,8% (142,1 milioni di euro in più), Romania con il +4,9% (+62,2 milioni di euro) e Giappone con il +4,6% (57,9 milioni di euro in più); dinamica positiva anche nel Regno Unito (+3,4%), Germania (+2,9%), Grecia (+2,6%), Stati Uniti (+2,4%), Francia (+2,0%), Austria (+1,1%) e Paesi Bassi (+0,8%). Sostanzialmente statiche le vendite in Belgio (+0,3%), in Corea del Sud (-0,4%) e in Svizzera (-0,2%). Di contro, si registrano diminuzioni delle vendite negli Emirati Arabi Uniti (-9,3%, pari a -105,6 milioni di euro), in Turchia (-6,7%, pari a 61,3 milioni di euro in meno), in Russia (-5,0%, pari a 61,5 milioni di euro in meno), ad Hong Kong (-3,3%, pari a -65,7 milioni di euro) e in Cina (-1,7%, pari a 23,3 milioni di euro in meno).

L’analisi di dettaglio dell’andamento dell’export sui diversi mercati e settori nell’Appendice statistica “Prodotti e mercati Up&Down del made in Italy di MPI”. Clicca qui per scaricarla.

 

 

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Dinamica tendenziale export nei settori a più alta concentrazione di MPI nei primi 20 mercati di destinazione

(Gen-giu 2016; dati cumulati; variazioni % rispetto a gen-giu 2015; ordinamento decrescente per quota export manifatturiero nei settori di MPI nel Paese – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)

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Dinamica tendenziale export nei settori a più alta concentrazione di MPI per aree di destinazione

(Gen-giu 2016; dati cumulati; variazioni % rispetto a gen-giu 2015; ordinamento decrescente per quota export manifatturiero nei settori di MPI nell’area – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)

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