30 Luglio 2007, h. 00:00

Il piacere freddo degli italiani

Che per i gelati artigiani l’estate del 2007 sarebbe stata calda era facile intuirlo già dai primi giorni di giugno, quando, con una proposta bipartisan, due senatori hanno proposto di inserirli, con tanto di richiesta ufficiale, tra i servizi della buvette di Palazzo Madama. Non gelati qualsiasi, non generici gelati confezionati, ma gelati artigianali. I dati elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato confermano che il cuore degli italiani batte forte per il gelato e che per questo sono disposti a spendere una cifra annuale di 1.803 milioni di euro. Una cifra di tutto rispetto che non significa però che si tratta di un prodotto caro, basti pensare che la crescita dei prezzi dei gelati è inferiore a quella della del complesso degli altri prodotti alimentari di circa un terzo. Dal punto di vista della dinamica aziendale, cresce il numero dei laboratori artigiani che dal 2004 sono aumentati di 2.206 unità raggiungendo quota 34.625. Il nord traina lo sviluppo, con la Lombardia che registra il maggior numero di imprese, 5.743, seguito dal Veneto (3.374) e dall’Emilia Romagna (3.154). Scendendo nel dettaglio gli analisti segnalano che se il nord è al primo posto per presenze, è nel centro Italia che i tassi di crescita sono maggiori: tra il 2004 e I trimestre del 2007, le gelaterie artigiane sono aumentate dell’8,2% contro una media nazionale del 6,8%. “I dati confermano un forte ritorno del consumo del gelato artigianale” – dichiara Loris Mulin Pradel Presidente dei Gelatieri di Confartigianato – “Il pubblico negli ultimi anni è cresciuto e oggi sa riconoscere i prodotti di qualità. Il lavoro di informazione del consumatore e di qualificazione del comparto che abbiamo portato avanti per tanti anni è confermato dai numeri. Fino a quattro-cinque anni fa il mercato era diviso in modo equo tra prodotti artigianali e industriali. Circa tre anni fa il sorpasso del prodotto fatto a mano e l’avvio di un trend positivo che continua tutt’ora.” Arcangelo Roncacci, responsabile di Confartigianato Alimentazione, ha pochi dubbi sul perché di questo successo, un successo che coinvolge in modo trasversale fasce di popolazione molto diverse tra loro e che accomuna, pur con sostanziali differenze di spesa, le famiglie di imprenditori e quelle di pensionati. “Ci battiamo perché passi la linea che il prodotto artigianale è un prodotto di qualità realizzato a partire da materie prime eccellenti con preclusione assoluta delle ‘polverine’. Apertura ai prodotti semilavorati, come ad esempio le nocciole tritate e ridotte in purea, ma niente di più. Da tempo stiamo lavorando, anche in collaborazione con la CNA, per stabilire un disciplinare per la realizzazione del gelato artigianale, e per fissare i criteri per l’accesso alla professione di gelatiere. Due aspetti imprescindibili per qualificare il prodotto e garantire il consumatore anche dal punto di vista della sicurezza alimentare”. Quattro anni fa la volontà di rendere identificabile il gelato artigianale anche grazie a uno specifico marchio comunitario, quello di Specialità Tradizionale Garantita, era approdata al Ministero delle Politiche Agricole, dove era stato costituito un tavolo di trattative con tutte le parti coinvolte. “Un nulla di fatto – ricorda Roncacci – Confcommercio e Aipa hanno fissato paletti molto rigidi che non hanno permesso la prosecuzione del progetto. Un vero peccato, perché la nostra definizione di qualità si andava ad affiancare a quella tradizionale senza soppiantarla. Ognuno era libero di scegliere la definizione preferita. Certo la nostra avrebbe avuto una forte presa sul consumatore”. Nonostante quello stop Confartigianato non ha dimenticato il progetto: cinque mesi fa ha realizzato un ‘marchio collettivo privato’, sempre in collaborazione con il CNA, e lo ha depositato insieme al disciplinare. “Da questo autunno i nostri associati potranno aderire a ARTIGELATO, il primo marchio di qualità che impegna gli artigiani al rispetto di un preciso protocollo. Attualmente stiamo definendo i piani dei controlli, perché è chiaro che il marchio è una garanzia che diamo ai consumatori, su questo vigileremo direttamente”. Prosegue intanto la collaborazione con Coldiretti per il gelato Made in Italy, un prodotto realizzato unicamente con materie prime nazionali, dalle mele della Val di Non, agli agrumi della Sicilia. “E’ un ulteriore passo verso un prodotto sempre più articolato e trasparente. Finalmente sarà possibile gustare i sapori del territorio anche nel gelato e tracciare con esattezza la filiera degli ingredienti del prodotto. Sarà il primo gelato con pedigree”. E a quelli a cui piacciono i gusti esotici? “Potrà continuare a mangiarli nelle altre linee di prodotto” – conclude il Presidente dei Gelatieri di Confartigianato Loris Mulin Pradel.

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