1 Ottobre 2007, h. 00:00

Il petrolio infiamma le bollette di luce e gas

Finita la tregua che da un anno teneva bloccate le bollette di luce e gas: aumenta del 2,4% l’energia elettrica e del 2,8% il metano. A partire dal trimestre ottobre-dicembre, famiglie e piccole imprese troveranno addebitati in fattura 15,91 centesimi in più al chilowatt di corrente utilizzata, e 67,55 centesimi in più per ogni metro cubo di gas. La cattiva notizia è stata data dall’Autorità per l’Energia che ha deciso gli aumenti per controbilanciare la spinta del greggio, cresciuto negli ultimi nove mesi del 42%. Lo “tsunami-petrolio”, come lo ha definito Alessandro Ortis presidente dell’authority, che “ha sommerso, superato e nascosto l’effetto positivo delle liberalizzazioni” e che ha penalizzato l’Italia che “dipende per l’85% del suo fabbisogno energetico dagli idrocarburi”, ricorda ancora Ortis. Una dipendenza dall’oro nero che appesantisce le bollette italiane di circa 8 milioni di euro, rispetto a quelle degli altri Paesi dell’Unione Europea. “Bisogna intervenire con decisione sul fronte della liberalizzazione del mercato dell’energia e sull’utilizzo di fonti alternative – spiega Giorgio Guerrini, Presidente di Confartigianato – Così come auspico interventi per ridurre il peso della componente fiscale sui consumi di energia. Altrimenti le nostre imprese sono destinate a perdere molti punti di competitività”. Un monito, quello del Presidente Guerrini, sostenuto dai dati elaborati da Confartigianato che stimano che questi aumenti sottrarranno dai bilanci delle piccole imprese circa 249 milioni di euro all’anno, a fronte di una bolletta elettrica complessiva di 9 miliardi di euro. “Si tratta di un impatto che spaventa e deprime gli imprenditori i quali già pagano il prezzo dell’energia elettrica più alto d’Europa, superiore addirittura del 52,6% rispetto alla media dei Paesi dell’Unione Europea. Tanto che nel 2006 gli imprenditori italiani hanno speso in elettricità 6 miliardi in più dei loro colleghi europei” conclude il Presidente di Confartigianato. Dal primo ottobre, le piccole imprese che impiegano fino a 15 kw di corrente a bassa tensione – si tratta del maggior numero – pagheranno circa 20,75 centesimi di euro al chilowatt, con aumento del 2,5%. Una percentuale tutt’altro che modesta, che porterà nelle casse dei produttori di energia 127 milioni di euro. I contratti tra i 15 e i 50 kw, sempre a bassa tensione, sono quelli maggiormente penalizzati. Per loro la corrente costerà il 3,3% in più, per un totale di 15,76 centesimi di euro al chilowatt. Anche in questo caso i profitti per i produttori di energia rimangono alti, circa 122 milioni di euro. Estendendo l’analisi al mercato consumer, le famiglie con bolletta ‘tipo’ (3 kw impegnati e 225 kwh di consumi al mese) si ritroveranno a pagare 10 euro in più all’anno. Ancora più salata la bolletta del gas: sempre la stessa famiglia (con consumi fino a 1.4000 metri cubi l’anno), spenderà nello stesso periodo fino a 26 euro in più. Bollette pesanti che l’Autorità dell’Energia ha deciso di rendere meno aspre. Dal 1° ottobre, infatti, insieme agli aumenti, è scattato l’obbligo per le aziende che forniscono energia, di offrire ai consumatori un nuovo tipo di contratto, che permette di risparmiare a chi fa un uso intelligente dei chilowattora. La nuova tariffa è stata definita ‘bioraria’ e prevede risparmi per chi concentra i consumi di sera, notte e fine settimana. Se si aziona la lavastoviglie, la lavatrice, il forno, insomma tutti gli elettrodomestici che consumano di più, tra le 19.00 e le 8.00 la tariffa scende da 8,9 centesimi al chilowattora previsti dal contratto ordinario a 6,97 centesimi. Perché il risparmio sia garantito bisogna avere, però, un’accortezza: stare molto attenti ai consumi nel resto della giornata, quando ogni chilowatt consumato costa la bellezza di 11,17 centesimi.

rss