24 Settembre 2008, h. 00:00

Small Business Act, l’Europa “pensa innanzitutto al piccolo”

Raccogliere il punto di vista del Governo e della Commissione Europea sullo “Small Business Act”, il pacchetto di proposte e di azioni politiche da attuare a livello europeo e negli Stati membri per valorizzare le piccole e medie imprese dell’UE. Questo l’obiettivo dell’incontro promosso a Roma da Confartigianato, Cna, e Confesercenti al quale hanno partecipato – oltre ai presidenti delle tre Confederazioni Giorgio Guerrini, Ivan Malavasi, Marco Venturi – Francoise Le Bail Vice direttore Generale delle Direzione Generale Imprese e Industria della Commissione Europea, Mauro Orefice Capo di Gabinetto Vicario del Ministero dello Sviluppo Economico, Georg Toifl Presidente UEAPME (Unione Europea dell’Artigianato e delle Piccole e Medie Imprese), Andrea Mondello Presidente della Camera Commercio di Roma. Lo Small Business Act, lanciato lo scorso 25 giugno dalla Commissione Europea, rappresenta un importante passo avanti verso un’Europa delle imprese con meno burocrazia e maggiori opportunità di sviluppo per le PMI, una pietra miliare nell’attuazione della Strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione. Con lo SBA la Commissione Europea e i singoli stati membri sono chiamati a semplificare la pubblica amministrazione e a tagliare gli oneri amministrativi verso le piccole imprese applicando il principio dello “Think small first” ovvero “pensare innanzitutto in piccolo”. “Il mondo delle PMI ripone forti aspettative nelle politiche e negli strumenti che lo SBA individua come idonei al rilancio e alla crescita dei 23 milioni di piccole imprese europee” ha spiegato Giorgio Guerrini, parlando a nome delle tre Organizzazioni. “La nuova filosofia che ispira lo SBA “Pensare anzitutto in piccolo” quale risposta per contrastare la crisi economica europea, rappresenta un riconoscimento importante al ruolo che le piccole imprese hanno in Europa e possono continuare a svolgere se accompagnate dalla politica comunitaria e dei Singoli Stati membri”. Guerrini ha proseguito sottolineando che lo “Small Business Act rappresenta però solo il punto di partenza: l’impegno più oneroso a cui l’Unione Europea è chiamata e quello di dare attuazione e valore cogente a quanto per ora descritto in maniera non vincolante”. Nonostante la mancanza di valore giuridico dello SBA rappresenti un tallone d’Achille che potrebbe compromettere il grande impegno politico, intellettuale e programmatico che la Commissione Europea ha riversato nel piano di misure a sostegno delle PMI, Mauro Orefice Capo di Gabinetto Vicario del Ministero dello Sviluppo Economico, parlando a nome del Ministro Scajola, ha rassicurato la platea, ribadendo gli impegni assunti dal Governo con Confartigianato a luglio. “Confermiamo di voler dare piena attuazione alle misure previste dallo Small Business Act. In questa direzione stiamo già avviando un tavolo con le Organizzazioni per tradurre le indicazioni in termini operativi”. Un impegno importante. D’altra parte lo Small Business Act sembra tagliato su misura dell’Italia, che rappresenta il Paese della UE con la più alta quota di imprese con meno di 50 addetti (99,4% rispetto al 98,7% della UE a 25) e di Micro e Piccole Imprese con meno di 20 addetti (98,1% contro 96,4% della UE a 25), un Paese dove la produzione di valore aggiunto è fortemente polarizzata nelle MPI che realizzano il 44,8%, contro il 26,8% della media europea. Numeri che non sfuggono a Francoise Le Bail Vice direttore Generale delle Direzione Generale Imprese e Industria della Commissione Europea, che nel suo intervento ha sottolineato che l’attuazione dello SBA è giustificato in tutti i Paesi dell’Europa, ma in particolar modo in Italia. “Basti solo pensare che l’80% della forza lavoro italiana è impiegata nelle PMI che sono oggi la fonte principale di nuovi posti di lavoro. Grazie al loro dinamismo e alle loro capacità di adattamento, le PMI sono anche una fonte potenziale di innovazione sia nei settori d’avanguardia (biotecnologie, tecnologie dell’informazione) che nei settori più tradizionali (tessile, industria alimentare). Le PMI devono però essere aiutate e sostenute in modo più sistematico e completo per poter sviluppare pienamente le loro potenzialità e diventare sempre più competitive”. Le Bail ha poi ricordato che “lo SBA contiene circa 100 iniziative per ridurre gli oneri amministrativi, valutare che le leggi non abbiano un impatto negativo sulle PMI, incoraggiare la formazione dell’imprenditoria, agevolare l’accesso ai finanziamenti, sfruttare il potenziale di innovazione delle PMI”. Per Georg Toifl Presidente UEAPME – che nel suo intervento ha dichiarato che “le PMI rappresentano la parte più reale dell’economia” – è essenziale che i singoli Paesi si aprano maggiormente all’Europa, “recependo le leggi promulgate dalla UE e in particolar modo lo SBA che è ottimo per le imprese. Ma ora bisogna lavorare perché i Governi diano una reale applicazione alle misure”. Anche il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini nel suo intervento ha sollecitato “che i principi dello Small Business Act, e soprattutto del “pensare innanzitutto in piccolo” vengano adottati come sistema di riferimento in Italia nelle diverse articolazioni istituzionali a livello nazionale e regionale. L’auspicio è quello di un approccio più fattivo nei confronti delle PMI, in modo che le legislazioni e i programmi siano concepiti fin dall’inizio, e poi attuati, nel rispetto delle esigenze e delle caratteristiche specifiche delle PMI”. Per quanto attiene alla tempistica di attuazione dello SBA, sollecitata da Guerrini e da Toifl, è Francoise Le Bail a fornire una risposta: “Entro la fine dell’anno ci aspettiamo che i livelli più alti della Comunità e dei singoli Stati lo adottino”.

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