8 Ottobre 2009, h. 00:00

Made in Italy, molto più di una questione di etichetta

Made in Italy, una questione di etichetta. E non solo. E’ questo il claim scelto da Confartigianato Imprese per la campagna stampa nazionale lanciata l’8 ottobre dalle pagine de “Il Sole 24Ore” e contemporaneamente, grazie al gioco di squadra delle associazioni territoriali associate alla Confederazione, da quelle dei principali quotidiani regionali e locali. Una campagna a tappeto senza toni autocelebrativi: la recente vittoria di Confartigianato nella battaglia per introdurre nuove tutele per il made in Italy, quello vero, quello realizzato da artigiani e piccole imprese che producono soltanto in Italia, rimane sullo sfondo. In primo piano la Confederazione ha messo tutte le ragioni per cui è indispensabile salvaguardare il made in Italy, un patrimonio manifatturiero che ha un’identità culturale ed economica inestimabile, valori reali rappresentati da un’etichetta che tutto il mondo ci invidia e che soprattutto vorrebbe copiare. E visto che la stampa, soprattutto quella che strizza l’occhio alla grande industria e che guarda con favore alle politiche di delocalizzazione, spesso dimentica il valore delle parole e traduce made in Italy come fatto in Italia, ma anche in Cina, in Romania, in Bangladesh e così via, Confartigianato ha pensato bene di fissare attraverso la campagna stampa il seguente concetto: la traduzione letterale di made in Italy è “fatto in Italia”. Una traduzione naturale, a senso unico, incontrovertibile. A prova di vocabolario. Fatto in Italia e basta. Confartigianato questo lo sostiene da sempre. Ma adesso lo conferma con forza anche il Governo attraverso il recente provvedimento che introduce nuove tutele per il ‘ben fatto in Italia’. Di seguito il testo oggetto delle pagine pubblicitarie della campagna stampa. «La qualità made in Italy non si improvvisa. E’ il frutto del lavoro quotidiano degli artigiani e dei piccoli imprenditori che producono davvero soltanto in Italia, custodi della nostra secolare tradizione manifatturiera e artefici di innovazione, partecipi delle reti che innervano l’Italia produttiva, radicati nel territorio di appartenenza e contemporaneamente proiettati sui mercati internazionali. Qualità made in Italy è la competenza acquisita con l’apprendistato che trasmette saperi antichi e abilità tecnologiche d’avanguardia. Qualità made in Italy è il gusto, l’orgoglio, la fatica, la soddisfazione di costruire cose ben fatte. E’ la nostra eccellenza manifatturiera: abiti cuciti a regola d’arte, mobili su misura per le nostre case, gusto della tradizione alimentare, pezzi unici e oggetti di uso comune che diventano lusso quotidiano… Qualità made in Italy è la storia del nostro Paese. E’ la memoria, l’identità, le diversità dei territori italiani. E’ il ‘saper fare ad arte’, risorsa creativa contro l’omologazione dei gusti. Questa è l’Italia dell’artigianato e delle piccole imprese. Tutto questo è qualità made in Italy. Tutto questo è l’antidoto alla crisi. Confartigianato difende la storia manifatturiera del nostro Paese, la passione, l’abilità, la competenza di 480.000 artigiani e piccoli imprenditori che danno lavoro a 1.800.000 addetti e realizzano un valore aggiunto di 58 miliardi, il più alto in Europa. Confartigianato si è battuta contro i tentativi di ridurre la tutela del made in Italy. E, oggi, possiamo distinguere la qualità made in Italy dai prodotti realizzati completamente all’estero. Lo impone una norma, sollecitata da Confartigianato, voluta dal Governo e all’esame del Parlamento, che valorizza il nostro patrimonio produttivo. Oggi l’etichetta made in Italy tutela chi investe, produce e dà lavoro in Italia. L’etichetta made in Italy dà ai consumatori la certezza di riconoscere la provenienza della merce acquistata. E’ necessario continuare a difendere il patrimonio di cultura, tradizione, innovazione delle imprese che lavorano e danno lavoro nel nostro Paese. Confartigianato continuerà a battersi per difendere il patrimonio delle imprese manifatturiere italiane: economia reale, reddito, occupazione, benessere, sviluppo per tutti».

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