14 Febbraio 2012, h. 00:00

E’ gelo nei rapporti tra banche e imprese: a novembre 2011 finanziamenti prossimi allo zero

Indici pericolosamente vicini allo zero, economia che avanza con difficoltà, attività paralizzate, lavoratori a piedi. Non stiamo parlando degli effetti del vortice siberiano che in questi giorni ha portato neve e disagi in tutto il Paese, ma dell’ondata senza precedenti di gelo che ha paralizzato il mercato del credito alle piccole imprese. ‘”Siamo davvero in una situazione che assomiglia molto a quella del primo semestre del 2009 – spiega il Segretario Generale di Confartigianato Cesare Fumagalli -. Il credito alle imprese, in particolare alle piccole imprese, è tornato ad essere una rarità”. Tre numeri, elaborati dall’Ufficio studi di Confartigianato, confermano quello che le imprese già sanno, cioè che la loro posizione, nei confronti delle banche, non mai è stata così difficile. +0,4%: è il tasso di crescita dei prestiti alle piccole imprese a novembre. Una crescita prossima allo zero, un muro rispetto al +3% che nello stesso periodo hanno fatto segnare i finanziamenti alle imprese medio-grandi. 0,38: è il livello raggiunto a gennaio 2012 dall’indice che misura i criteri applicati dalle banche per concedere i capitali necessari alle pmi. Una stretta che sfiora lo 0,44 che nel gennaio 2009 aveva segnato il picco più profondo del credit crunch. +4,18% è il tasso medio che le imprese, a dicembre, hanno dovuto pagare per nuovi finanziamenti, il valore più alto tra quelli dei maggiori paesi dell’area Euro a 17. Tra noi e la Germania, per dire, c’è un differenziale di 98 punti base. Riassumendo, pochi soldi, difficili da ottenere e molto costosi. “Noi chiediamo – sottolinea Fumagalli – soprattutto ai grandi istituti di credito di fare uno sforzo come quello che insieme era stato fatto nel 2009. Le formule le stiamo valutando proprio insieme ai loro esponenti, l’urgenza è ormai altissima. Le piccole imprese, in queste condizioni, non riescono a continuare”. Se le imprese denunciano una stretta creditizia che ha pochi eguali, gli istituti finanziari spiegano di non poter far fronte a nuove richieste perché in crisi di liquidità. Per sbloccare la situazione, si guarda alla BCE, che non è mai stata così generosa con le banche. A dicembre, le operazioni straordinarie a tre anni varate da Mario Draghi, hanno immesso denaro in Europa per quasi 500 miliardi di euro, di cui 116 sono finiti nei forzieri delle banche Italiane. E a febbraio si replica. “I fondi avuti dalla BCE, noi chiediamo che diventino presto nuova liquidità per far riprendere gli affidamenti alle piccole imprese”, conclude Cesare Fumagalli Segretario Generale di Confartigianato.

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