27 Gennaio 2013, h. 17:53

TERRITORIO – Confartigianato Sicilia adotta il Codice Etico, un’iniziativa apripista per il sistema Confartigianato

Da oggi tutti gli artigiani e le Pmi aderenti a Confartigianato Imprese Sicilia, sono tenuti ad applicare le leggi ed i contratti di lavoro, a favorire la crescita professionale dei propri collaboratori salvaguardandone la sicurezza sul posto di lavoro, a mantenere rapporti ispirati a correttezza ed integrità con la Pubblica amministrazione, con i partiti politici e con tutte le istituzioni.
Sono queste alcune delle norme previste dal nuovo Codice etico approvato all’unanimità dalla Giunta regionale di Confartigianato Imprese Sicilia e presentato oggi a Palermo dal presidente di Confartigianato Sicilia Filippo Ribisi. Il codice, composto da quattro principali articoli, impegna le imprese associate, i dirigenti ed i funzionari del Sistema Confartigianato al rispetto di alcune imprescindibili norme comportamentali: segnalare tempestivamente agli organi competenti anomalie, abusi e pressioni di ogni genere da parte di organizzazioni illegali e mafiose; supportare chi denuncia fenomeni di illegalità messi in atto da rappresentanti della Pubblica amministrazione; sospendere gli imprenditori associati che pagano il pizzo senza denunciarlo ed espellere dall’Associazione coloro che seguitano ad assecondare richieste estorsive o siano collusi con organizzazioni criminali; diffondere la cultura della legalità attraverso la promozione di iniziative sul territorio.
Non solo. La vera novità di questo codice sta nel voler fornire un esempio per la Pubblica amministrazione e per la classe politica regionale, quali interlocutori delle imprese e dei cittadini, affinché si dotino di un codice comportamentale.
“Se per le nostre imprese il codice significa mantenere rapporti di correttezza ed integrità con la PA e le istituzioni – spiega Ribisi –  bisogna anche che la pubblica amministrazione si doti di un codice etico. Ma per fare questo, bisogna essere credibili, anche dando l’esempio. Se un’impresa sana non paga entro la scadenza i propri contributi, per una momentanea mancanza di risorse dovuta anche ai ritardi dei pagamenti della Pubblica amministrazione, per quale ragione lo Stato, attraverso il suo sistema burocratico, si può permettere di non rilasciare il Durc mettendo a repentaglio la vita dell’impresa ed il livello occupazionale? E’ necessario un rinnovamento anche nella classe politica, ispirato a correttezza di comportamenti nei confronti dei cittadini. E’ arrivato il momento di parlare di etica come principio fondamentale nel quale la società di oggi deve cominciare a riconoscersi, e fare una grande inversione di marcia culturale”.
All’evento erano presenti il Presidente nazionale di Confartigianato Imprese Giorgio Guerrini, il Vice Presidente Giorgio Merletti e il Segretario generale Cesare Fumagalli. “Sosteniamo – ha detto il Presidente Guerrini – l’impegno di Confartigianato Imprese Sicilia. Proprio da questa regione, dove sono più acuti i problemi connessi alla legalità, abbiamo voluto aprire la strada per iniziative analoghe in altre realtà del sistema Confartigianato. L’illegalità non è un male inguaribile. La speranza di sconfiggerla è affidata a tutti noi e l’associazionismo ha la grande responsabilità di cambiare le cose, di rimuovere gli ostacoli che, soprattutto nel Mezzogiorno, scoraggiano le aspirazioni imprenditoriali e impediscono che si crei un ambiente economico sano e vitale”.

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