13 Aprile 2015, h. 13:01

Lavorare in Svizzera si può. Confartigianato Varese spiega come

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L’integrazione retributiva per i dipendenti distaccati in Svizzera (per adeguare la paga oraria a quella stabilita dal contratto collettivo di lavoro elvetico), la cauzione da 10mila franchi per lavori di importo superiori ai 20mila franchi (se la somma si supera, la cauzione  raddoppia), l’abilitazione professionale con riconoscimento del Sefri per provare la propria competenza di artigiano, il tetto massimo di 90 giorni per lavori svolti da un’impresa italiana oltreconfine e poi i contratti d’appalto. E’ questa la grande novità del 2015:  chi fattura attività svolte in Svizzera superiori ai 100mila franchi sarà assoggettato ad un obbligo di identificazione.

Lavorare in Svizzera non è né facile e né semplice: lo ha detto a chiare lettere Confartigianato Varese lunedì 30 marzo alle Ville Ponti di fronte ad una platea di oltre 500 imprenditori.

Regole, sanzioni, permessi e autorizzazioni complicano la vita a chi, in Svizzera, ci vede qualcheopportunità di profitto perché la Confederazione resta, per molti, un mercato di sbocco.

E allora si cerca di capire quanto possa impattare l’obbligo di ricorrere ad un rappresentante fiscale(una figura che serve per sbrigare le pratiche amministrative) su quelle imprese italiane che fatturano oltre 100mila franchi o come fare per poter lavorare con serenità.

Gianpaolo Lamantia e Massimo Pagano, dottori commercialisti, che non hanno mancato di ricordare gli ultimi obblighi dettati dall’esterovestizione (la cosiddetta residenza fiscale in Svizzera) e dallavoluntary disclosure, sono andati dritti al punto: i vincoli ci sono e “le imprese italiane non sempre considerano le difficoltà: lavorare oltreconfine può costare, e tanto”.

Però le soluzioni non mancano. Kilian Baj della Fideconto Consulting di Lugano dice che ci sono tre opzionicostituire una Sagl (il corrispondete di una Srl italiana) con un gerente domiciliato in Svizzera; aprire una succursale dell’impresa italiana con rappresentante fiscale domiciliato oltreconfine, oppure mantenere la ditta in Italia operando con una rappresentanza fiscale nella Confederazione.

La materia non solo è vasta ma anche complessa: è per questo che Confartigianato ha raccolto tante domande alle quali si darà una risposta in questi giorni. Prima con le Faq sui quesiti più significativi (appena disponibili le metteremo online) e con contatti diretti con le imprese attraverso i professionisti presenti nelle sedi territoriali di Confartigianato.

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