13 Novembre 2015, h. 13:54

STUDI – Oltre due milioni gli edifici residenziali in cattivo stato di conservazione (2.051.808 pari al 16,8%) e il 28,8% consumi di energia nel settore residenziale

Il disegno di Legge di stabilità all’esame del Parlamento in queste settimane prevede la proroga al 31 dicembre 2016 delle detrazioni Irpef per interventi di riqualificazione energetica e per le ristrutturazioni degli edifici, a cui si aggiunge l’incentivo fiscale per l’acquisto di mobili. L’intervento di politica fiscale interessa direttamente l’attività di 594.828 micro e piccole imprese fino a 20 addetti dell’edilizia, installazione di impianti e fabbricazione dei mobili, che danno lavoro complessivamente a 1.343.467 addetti; a questi si aggiunge l’indotto manifatturiero i cui operano altre 85.526     imprese e 320.959 addetti (19,3% dell’intera filiera).

La filiera dei settori delle Costruzioni e dell’indotto manifatturiero complessivamente conta 680.354 imprese e 1.664.426 addetti: ogni 4 addetti dei settori direttamente interessati dagli incentivi si conta 1 addetto dell’indotto manifatturiero.

In Italia si contano 12.187.698 edifici residenziali – l’84,3% degli edifici totali – con 31.208.161 abitazioni. Gli edifici comprendono case unifamiliari, ville, villette, case a schiera, palazzine in complessi residenziali e condomini o palazzine con negozi o sedi di attività economiche in genere a piano strada. I tre quarti (74,1%) degli edifici residenziali sono stati costruiti prima del 1981 ed hanno quindi 35 anni ed oltre di vita, mentre le realizzazioni più recenti sono il rimanente 25,9%.

In parallelo gli edifici residenziali hanno assunto un ruolo chiave nel risparmio energetico: in Italia il comparto Residenziale determina il 28,8% dei consumi finali di energia, seguito dai Trasporti su strada (27,7%), dall’Industria (22,7%), dai Servizi (13,4%), dagli Altri trasporti (ferrovia, aereo e nave con il 4,9%) e Agricoltura e altro (2,5%). La quota del Residenziale in Italia è di 2 punti maggiore della media Ue a 28 e nel decennio 2003-2013 è salita di 6,4 punti.

In Italia sono 2.051.808 gli edifici residenziali in mediocre e pessimo stato di conservazione e rappresentano il 16,8% del totale.  Lo stato di conservazione è inversamente correlato con l’età degli edifici per cui un quinto (21,1%) degli edifici costruiti prima del 1981 sono in scadente stato di conservazione – mediocre o pessimo -, mentre la quota si riduce al 4,7% per gli edifici costruiti tra 1981 e 2011.

Focalizzando l’attenzione sugli edifici più vecchi si osservano  a livello regionale quote differenti dello stato di conservazione degli edifici residenziali e le regioni del Mezzogiorno sono quelle con le condizioni peggiori: in Sicilia e in Calabria è in questa condizione un terzo (rispettivamente il 32,7% ed il 32,6%) degli edifici, seguono Basilicata, Campania e Molise con quote superiori ad un quarto (rispettivamente con il 28,3%, il 27,7% ed il 25,3%), seguite dalla Sardegna con il 23,7% e dalla Puglia con il 21,2%, dalla Valle d’Aosta con il 20,8%, valore in linea con il 20,7% dell’Abruzzo, la regione della ripartizione che mostra il dato migliore. All’opposto troviamo la Toscana con il 13,5% di edifici in insufficiente stato di conservazione, preceduta dall’Umbria con il 13,7%.

L’appendice dell’Ufficio Studi con i dati sullo stato di conservazione degli edifici per regione e provincia: clicca qui per scaricarli

 

MPI con meno di 20 addetti per settore direttamente e indirettamente interessate da detrazioni fiscali per la casa

(Anno 2011 – imprese attive – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)
CLICCA SULL’IMMAGINE PER VISUALIZZARE LA LISTA COMPLETA DEI SETTORI

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Quota edifici residenziali costruiti prima del 1981 nelle regioni

(Anno 2011. % sul totale – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)

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Quota edifici residenziali in mediocre e pessimo stato di conservazione nelle regioni

(Anno 2011. % sul totale – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)

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