22 Aprile 2023, h. 23:05 Notizie

TOSCANA – A Firenze ‘I Dialoghi di Spirito Artigiano’ sui rischi della crisi demografica

Il 21 aprile Firenze ha ospitato il secondo appuntamento de “I Dialoghi di Spirito Artigiano”, percorso di approfondimento promosso da Confartigianato e dalla Fondazione Manlio Germozzi e dedicato ai temi dell’attualità economica che stanno a cuore agli artigiani e alle piccole imprese.

L’evento dal titolo “Costruttori di Futuro: la modernità delle imprese a valore artigiano di fronte alle crisi attuali”, è stato organizzato da Confartigianato e da Confartigianato Toscana, con il patrocinio di Regione Toscana e Comune di Firenze e il sostegno di Multienergia.

Al centro dei lavori la presentazione del Quaderno edito dalla Fondazione Germozzi sul tema della crisi demografica, scritto da Alessandro Rosina, professore ordinario di Demografia e Statistica sociale alla facoltà di Economia dell’università Cattolica di Milano.

Moderato da Erika Pontini, capocronista de «La Nazione» di Firenze, l’evento ha visto gli interventi di Marco Granelli, Presidente di Confartigianato Imprese; Luca Giusti, presidente di Confartigianato Imprese Toscana; Alessandro Sorani, presidente di Confartigianato Imprese Firenze; Bernard Dika, portavoce del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani; Sara Funaro, Assessora Educazione, welfare e immigrazione del Comune di Firenze. Presente ai lavori anche il Segretario generale di Confartigianato Vincenzo Mamoli.

Il Presidente Granelli ha evidenziato che «per gli artigiani e le micro e piccole imprese, le persone e il capitale umano rappresentano il reale valore aggiunto”.
Quindi il confronto fra il Professor Rosina; il Presidente della Fondazione Germozzi Giulio Sapelli, il Professor Mauro Magatti, ordinario di Sociologia della Cattolica di Milano; Massimiliano Valerii, direttore del Censis, e Nicola Sciclone, direttore dell’Irpet.

«L’Italia è uno dei Paesi con più forti squilibri – ha detto il professor Rosina – perché finora abbiamo sottovalutato le conseguenze della crisi demografica. Abbiamo sia una bassa natalità che una bassa occupazione femminile e se non affrontiamo i problemi anche gli immigrati si troveranno a doverci fare i conti. Eppure gli esempi virtuosi ci sono: Germania e Svezia».

«E anche la qualità della popolazione a essere determinante – ha proseguito il professor Sapelli – e dobbiamo ricordare che la procreazione non è legata solo a un fattore monetario: fare figli richiede speranza nel futuro. Serve una battaglia su cultura e formazione».

«Non fare figli ha motivazioni complesse – ha detto il professor Magatti -. Riprendendo un detto africano: per crescere un bambino ci vuole un villaggio. In Italia le istituzioni non riescono a gestire le complessità e, in politica, c’è una componente ideologica».

«I passi da fare sono chiari – ha proseguito il direttore del Censis, Valerii – sostegno alla genitorialità, incremento dell’occupazione femminile, una visione chiara sulla questione migratoria». «La Toscana è in linea con il dato nazionale – ha commentato il direttore di Irept, Sciclone. Dal 1962 al 2022 gli over 35 sono aumentati di 837mila unità, mentre gli under35 sono calati di 450mila. L’età media al parto è salita da 28 a 32,5 anni; i nati sono passati da 42mila a 22mila l’anno, mentre i morti da 32mila a 48mila. Così, il saldo naturale annuale è sceso da +10mila a -20mila persone».

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