1 Febbraio 2018, h. 17:02

STUDI – Nonostante l’euro forte, vanno meglio esportazioni extra Euro zona (+8,6%) rispetto ai Paesi a valuta comune (+6,9%). Vincente la strategia di qualità e innovazione delle imprese: nel 2017 +3,4% valore del made in Italy

 

Il 2017 è stato caratterizzato da un robusto apprezzamento dell’euro: nei primi undici mesi del 2017 il tasso di cambio effettivo dell’euro – indice calcolato sulla base di una media ponderata dei tassi di cambio dell’euro rispetto alle altre divise – si è rivalutato del 4,7%. Le aspettative degli operatori sul mercato – come indicato nell’ultimo Bollettino economico di Banca d’Italia – sono di “apprezzamento nel breve termine dell’euro nei confronti della valuta statunitense“.

Nonostante il fattore cambio tenda a penalizzare le vendite sui mercati extra Euro zona – l’euro rivalutato si traduce in aumento di prezzo nelle valute dei mercati di destinazione – nei primi undici mesi nel Mondo le esportazioni crescono del 7,9%, con una maggiore accentuazione (+8,6%) proprio nei Paesi al di fuori dell’Eurozona rispetto alla già buona performance (+6,9%) nei mercati dell’Area euro. Nel dettaglio tutti i maggiori mercati al di fuori dell’euro zona crescono. Il maggiore aumento in Cina 23,8% e Russia 21,5%. Seguono Polonia con 11,7%, Repubblica ceca con 10,6%, India con 9,4%, Giappone con 9,1%, Stati Uniti con 9,0%, Svizzera con 8,8% e Romania con 8,6%. Come abbiamo evidenziato nei giorni scorsi, sono mercati extra Euro Zona anche quelli maggiormente dinamici per le esportazioni dei settori di Micro e Piccola Imprese.

La performance delle imprese italiane, pur in condizioni di minore competitività di cambio – è resa possibile grazie alla crescente qualità delle esportazioni. Nei primi dieci mesi del 2017 il valore medio unitario dell’export italiano – al netto dell’energia – nell’area extra Euro zona è salito del 3,4% mentre i prezzi alla produzione sono cresciuti solo dello 0,7% evidenziano il maggiore valore incorporato nei prodotti del made in Italy, fenomeno ancora più evidente nei beni di consumo dove i valori medi unitari salgono del 3,3% mentre i prezzi rimangono invariati. Una nostra analisi ha sottolineato la crescita della qualità intrinseca del made in Italy anche nel lungo periodo.

Questi risultati sui mercati esteri confermano come che sia vincente la strategia della qualità e innovazione del prodotto, dominante nelle imprese manifatturiere italiane: l’approccio strategico maggiormente adottato, infatti, è quello della qualità, indicata dall’82,1% delle imprese manifatturiere, seguito dall’innovazione (72,6%); seguono le strategie di marketing (55,3%), contenimento dei prezzi (50,1%), Ict (41,4%), Relazioni (24,9%) e Outsourcing (17,6%).

L’analisi delle vendite all’estero nei settori dove predominano le piccole imprese nell’Elaborazione Flash “Le tendenze del made in Italy nei settori di MPI nel III trimestre 2017”. Clicca qui per scaricarla.

 

 

Tassi di cambio

Dati medi settimanali; 1ª settimana gen. 2015=100 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d’Italia

 

 

Dinamica valori medi unitari e prezzi all’esportazione

Gennaio-ottobre 2017 – var. % tendenziale – Vmu per extra Ue e prezzi all’esportazione extra Euro zona – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

 

Dinamica export: Euro zona, extra Euro zona e relativi principali mercati

Gennaio-novembre 2017 – var. % tendenziale – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

 

Strategie delle imprese manifatturiere per aumentare la competitività

Da adottare per il 2017 – Percentuali di imprese – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

rss