11 Aprile 2017, h. 14:43

STUDI – Tasso occupazione al 57,5%, coperto il 63% del percorso di risalita ai livelli pre crisi. Divari Nord-Sud: Bolzano meglio della Germania, Mezzogiorno peggio della Grecia

Secondo gli ultimi dati disponibili a febbraio 2017 l’occupazione risulta in salita di 294 mila unità rispetto ad un anno prima, pari ad un aumento dell’1,3%.  La crescita è concentrata sui lavoratori dipendenti (+1,6% pari a +280 mila unità) – con un aumento del 7,7% (+178 mila) dei dipendenti a termine e dello 0,7% (+102 mila) dei dipendenti permanenti – mentre gli indipendenti segnano un aumento dello 0,3% (+14 mila unità). Calano i disoccupati rispetto ad un anno prima (-0,6%, pari a -18 mila) ed il tasso di disoccupazione si colloca all’11,5%, in riduzione di 0,2 punti; nello stesso periodo nell’Eurozona la disoccupazione scende di 0,8 punti arrivando al 9,5%, con un gap tra Italia ed Uem di 2,0 punti percentuali che si colloca vicino ai livelli massimi e risulta più ampio di 0,6 punti rispetto ad un anno prima.

Il tasso di occupazione è al 57,5%, migliora di 0,8 punti nell’ultimo anno e – pur rimanendo inferiore di 1,4 punti al massimo pre crisi di aprile 2008 – risulta di 2,2 punti superiore al minimo di settembre 2013: tenuto conto che tra minimo e massimo vi è una differenza di 3,6 punti, il mercato del lavoro ha coperto quasi i due terzi (62%) del percorso di risalita.

Va ricordato che la flessione dell’occupazione dai massimi pre crisi è tutta concentrata sul lavoro indipendente che tra aprile 2008 e febbraio 2017 registra un calo di 535 mila unità mentre nello stesso periodo il lavoro dipendente cresce di 206 mila unità.

Il tasso di occupazione mostra ampie differenze territoriali che evidenziano il persistere di un rilevante divario Nord-Sud. Se mettiamo a confronto le regioni e province autonome italiane con i Paesi dell’Unione Europea a 28 si osserva che al III trimestre 2016 il tasso di occupazione a Bolzano (75,4%) è il secondo più elevato dopo quello registrato in Svezia (il cui la percentuale di occupati al 77,3% della popolazione) e precede Paesi Bassi (75,3%), Danimarca (75,2%), Germania (75,0%), Regno Unito (73,7%), Estonia (73,2%), Austria (72,6%), e Repubblica Ceca (72,2%). Una analogo confronto per il tasso di occupazione femminile è disponibile nel Rapporto “Più velocità alla crescita con più impresa e lavoro delle donne”, 13° Osservatorio Confartigianato Donne Impresa. Clicca qui per scaricarlo.

Agli ultimi posti nel ranking europeo si collocano le regioni del Mezzogiorno con il tasso di occupazione più basso in Calabria (39,7%), preceduta da Sicilia (40,1%), Campania (42,0%) e Puglia (45,3%). Solo l’Abruzzo con un tasso del 55,2% riesce a posizionarsi meglio della Grecia, il Paese europeo con il tasso di occupazione più basso (53,0%).

Nel confronto tra i 28 Paesi dell’Unione l’Italia si colloca al penultimo posto per tasso di occupazione, davanti alla Grecia e in due cicli recessivi ha perso cinque posizioni nel ranking europeo: nel primo trimestre 2008, infatti, il rapporto tra occupati e popolazione in Italia era più elevato di quello di Romania, Polonia, Malta, Ungheria e Croazia.

Il quadro territoriale degli indicatori del mercato del lavoro nell’Appendice “Occupati, disoccupati, tasso di occupazione e tasso di disoccupazione nel 2016 nelle regioni e nelle province”. Clicca qui per scaricarla.

Tasso disoccupazione Italia e UEM

Gennaio 2008-febbraio 2017 – dati destagionalizzati – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

 

 

 

Tasso di occupazione 2004-2017

Gennaio 2004-febbraio 2017  Tassi percentuali. 15-64 anni  – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

 

Tasso di occupazione: paesi europei e regioni italiane

III trimestre 2016. Tassi percentuali. 15-64 anni. In grigio le regioni italiane, in bianco l’Italia – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat e Istat

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