23 Novembre 2011, h. 00:00

Arriva la riforma delle Camere di commercio

Le 105 Camere di commercio italiane si preparano a cambiare pelle. Dal 22 novembre, infatti, entrano in vigore le nuove regole varate nel 2010 che puntano ad introdurre maggiore efficienza, una buona dose di semplificazione e chiarezza sulla reale rappresentatività delle Organizzazioni imprenditoriali nel governo delle Camere. Per chiarire le novità Confartigianato ha chiamato i vertici delle Camere di Commercio e del Ministero dello Sviluppo Economico. Claudio Gagliardi, Segretario generale di Unioncamere ha fatto il punto sugli aspetti principali della riforma. ‘Tra pochi giorni entreranno in vigore i nuovi regolamenti per la costituzione dei Consigli delle Camere di Commercio che daranno alle Camere una governance più aderente alle realtà territoriali, pienamente rappresentativa dei settori economici, delle realtà distrettuali, del mondo delle piccole e medie imprese’. Anche le Camere di Commercio devono fare i conti con la crisi e con la necessità di offrire risposte innovative ed utili alle esigenze delle imprese. Ma Gagliardi ha tenuto a precisare che non vi è alcuna competizione con il ruolo svolto dalle Associazioni di categoria, nessuna invasione di campo. Piuttosto una integrazione e un rilancio dei rispettivi compiti per migliorare i servizi offerti agli imprenditori. ‘Il mondo delle imprese, il mondo delle associazioni, le Camere di Commercio, le istituzioni – ha detto Gagliardi – devono fare uno sforzo condiviso e coerente. Quest’anno avremo come priorità il tema del supporto al credito, attraverso il sostegno ai Consorzi Fidi e il rafforzamento della loro capacità di intervento sui territori. Ma avremo anche come priorità l’internazionalizzazione delle imprese e le reti d’impresa’. A rimettere in gioco le funzioni delle Camere di Commercio ci ha pensato anche lo Statuto delle imprese, come ha spiegato Giuseppe Tripoli, intervenuto nel duplice ruolo di mister Pmi e di Capo dipartimento per l’impresa e l’internazionalizzazione del Ministero dello Sviluppo economico. ‘Lo Statuto chiama in causa le Camere di commercio in più passaggi, in particolare con l’attività di garanzia svolta per le piccole e medie imprese da parte del Garante per le Pmi, rendendo le anche le Camere un punto di riferimento territoriale a difesa dell’attività della piccola impresa’.

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