16 Marzo 2015, h. 12:48

Dall’Europa nuove armi per la battaglia contro i ‘falsi’

EDBLa guerra alla contraffazione non conosce tregua. E‘ di pochi giorni fa l’ennesimo sequestro da parte della Guardia di Finanza di Torino di 4 milioni e mezzo di prodotti falsi tra bigiotteria e articoli di moda. Una lotta senza quartiere contro cifre imponenti. Secondo Confartigianato, la ‘multinazionale del falso’ fattura 200 miliardi l’anno in tutto il mondo, ma la cifra è destinata a crescere del 74,5% in dieci anni.
La contraffazione è un ‘affare’ di dimensioni globali che in Italia ‘vale’ quasi 7 miliardi. E il nostro Paese è anche il primo in Europa per quantità di merce sequestrata: tra il 2008 e il 2013 si sono registrati quasi 100 mila sequestri per 334 milioni di pezzi contraffatti.
Un business colossale che gira a pieno regime e che è tra le cause della crisi delle nostre piccole imprese manifatturiere. Proprio nei settori di punta del made in Italy, i più colpiti dai falsi, negli ultimi 5 anni le imprese artigiane sono state decimate, con una perdita di oltre 7mila aziende, pari ad un calo del 10%. Soltanto nell’ultimo anno le imprese artigiane di questi settori sono diminuite del 2,1%.
Nella battaglia contro i falsi spunta ora una nuova arma.
Arriva dall’Europa, per la precisione dall’Ufficio per l’armonizzazione del mercato interno, l’agenzia dell’Unione europea preposta alla gestione dei marchi e del design industriale.
Si chiama EBD, Enforcement Database, e si tratta di una banca dati anti contraffazione, un archivio informatico, che aiuta le autorità a riconoscere i falsi e a difendere i diritti di proprietà intellettuale delle aziende produttrici.
La banca dati è disponibile a tutti gli imprenditori che possono registrarsi ed inserire le caratteristiche del loro marchio.
Le informazioni raccolte nel database serviranno proprio a controllare e distinguere più rapidamente i prodotti contraffatti. La Guardia di Finanza italiana è tra le prime autorità di controllo a livello europeo ad utilizzare questa banca dati.
Uno strumento in più, quindi, nella guerra contro il mercato dei falsi che non conosce confini e che deve vedere alleati, in prima linea, imprenditori, consumatori, istituzioni e organi di controllo.

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