8 Settembre 2015, h. 00:29

I pagamenti dei debiti degli enti pubblici vanno ancora a rilento

Alla fine anche il Presidente del Consiglio Renzi ha dovuto ammetterlo: qualcosa è andato storto nel meccanismo del pagamento dei debiti degli enti pubblici verso le imprese fornitrici di beni e servizi. Già, perché i soldi per saldare le fatture arretrate ci sono, ma non tutti arrivano nelle casse delle aziende. Secondo gli ultimi dati del Ministero dell’Economia, diffusi l’11 agosto, le risorse stanziate dal Governo per pagare i debiti ammontano a quasi 57 miliardi, quelle effettivamente messe a disposizione degli Enti debitori sono 44,6 miliardi.
Ma agli imprenditori sono arrivati finora 38,6 miliardi. Mancano quindi all’appello un bel po’ di risorse, incagliate nel meccanismo per certificare i crediti e liquidare le fatture. Meccanismo che lo stesso Renzi, lo scorso 18 luglio sul quotidiano L’Unità, ha definito “complicato e, alla fine, il colmo è che sono avanzati i soldi, ma non tutti sono ancora stati pagati”.
Certo qualche progresso c’è stato: ma la strada da fare è ancora molta. Soprattutto per smaltire i debiti degli Enti locali come le Regioni alle quali sono stati destinati, in teoria, 33,1 miliardi per saldare le fatture, ma se ne sono viste versare soltanto 27,2. E alle imprese ne sono arrivati 23,3. Quanto poi ai debiti di Comuni e Province, è stato saldato finora l’81% di quanto dovuto alle imprese creditrici.
Confartigianato, che sui debiti della Pubblica amministrazione conduce da anni una strenua battaglia, continua a monitorare il trend dei pagamenti dei debiti arretrati ma denuncia anche il grave problema dei tempi di pagamento degli attuali contratti. Il malcostume di pagare in ritardo o non pagare affatto purtroppo non è stato sconfitto. Con il risultato che ai vecchi debiti da smaltire si sommano i nuovi crediti insoluti. Ancora una volta, la soluzione proposta da Confartigianato sarebbe semplice e a portata di mano. Si tratta di consentire agli imprenditori la compensazione tra i crediti che vantano nei confronti della Pubblica amministrazione con le imposte da pagare al Fisco. Equivarrebbe a una iniezione di liquidità, servirebbe ad allentare la morsa che schiaccia gli imprenditori.
Ma evidentemente è una soluzione troppo semplice per essere praticata!

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