LOMBARDIA - Solidarietà, continua l'impegno a favore di Opera San Francesco per i Poveri con una nuova donazione

È stato consegnato oggi l’assegno da 8mila euro con la donazione di Confartigianato Imprese Lombardia all’Opera San Francesco per i Poveri. I contributi sono stati raccolti, anche quest’anno, dalla Federazione regionale dell’artigianato in occasione dello scorso Natale.
Fra Marcello Longhi, Presidente di Opera San Francesco per i Poveri, e i suoi collaboratori sono stati accolti dal Direttivo regionale di Confartigianato Lombardia presso la sede meneghina di viale Vittorio Veneto per un nuovo incontro e un rinnovato confronto.
"A seguito della nostra visita dello scorso anno presso la sede di Opera San Francesco, non potevamo che ricambiare l’ospitalità e rinsaldare il legame con chi da oltre 60 anni risponde all’emergenza della povertà in una città che sentiamo nostra. Per questo, anche quest’anno, la nostra Federazione ha stabilito di destinare un contributo a favore di Opera San Francesco, riconoscendo il grande valore dell’azione che svolge a sostegno di un tessuto cittadino segnato da situazioni di disagio” ha spiegato il Presidente di Confartigianato Lombardia, Eugenio Massetti.
“Questa nuova donazione vuole essere espressione concreta dei valori ai quali s’ispirano le micro e piccole imprese – ha specificato il Segretario generale di Confartigianato Lombardia, Carlo Piccinato – Purtroppo questi tempi burrascosi e incerti hanno incrementato il numero di coloro che si trovano in situazioni di bisogno e le imprese desiderano fare la loro parte, consapevoli del ruolo anche sociale che svolgono sul territorio”.
“Il concreto gesto di generosità di Confartigianato Imprese Lombardia conferma l’attenzione che il mondo dell’impresa ha nei confronti dei reali problemi di questo tempo, anche in una grande e operosa città come Milano. I numeri della povertà, infatti, crescono ed è solo grazie al sostegno di realtà aziendali e privati cittadini che OSF può, come fa da quasi 65 anni, rispondere alle richieste di aiuto di chi soffre ed essere per loro un punto di riferimento. Grazie a chi condivide il nostro impegno” ha dichiarato Fra Marcello Longhi, Presidente di Opera San Francesco per i Poveri.


STUDI – Filiera del bianco, un indotto con 18mila addetti nelle MPI. I dati presentati da Confartigianato al MIMIT

L’intervento di Confartigianato Meccanica nel corso del primo incontro del Tavolo Filiera del Bianco al Ministero delle Imprese e del made in Italy (MIMIT) - tenutosi nei giorni scorsi alla presenza del Ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso e del Ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani – ha evidenziato alcuni dati del comparto, focalizzando l’attenzione sulle micro e piccole imprese dell’indotto della produzione di elettrodomestici interessate dal  politiche di sviluppo e di rilancio di questo strategico segmento del made in Italy.

Nella Nota dell’Ufficio Studi, predisposta in collaborazione con il Sistema Imprese di Confartigianato – qui per scaricarla – si delinea la struttura del settore della fabbricazione di elettrodomestici, che conta 319 imprese con 24mila addetti, con un fatturato di 9,1 miliardi di euro, di cui il 58,7% destinato all’esportazione.

Il settore ha registrato una lunga fase di declino, con un dimezzamento degli occupati tra il 2008 ed il 2021: il calo è stato pari al 49,3%, equivalente a 23mila addetti in meno e più intenso rispetto al -13,9% registrato dal manifatturiero nello stesso periodo.

L'indotto attivato dagli acquisti di acquisti di prodotti e servizi delle imprese della fabbricazione di elettrodomestici consiste in 34.748 occupati nei diversi settori di fornitura, di cui 18.489 in micro e piccole imprese fino a 49 addetti (MPI) e 4.189 in imprese artigiane. Le MPI fornitrici della divisione di riferimento della produzione di elettrodomestici (27 Ateco 2007) sono presenti prevalentemente nei settori di Apparecchiature elettriche che rappresentano il 26,6% dei consumi intermedi del settore, Metalli con il 15,0%, Prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti con il 7,9%, Servizi di vendita all’ingrosso con il 5,2%, Articoli in gomma e in materie plastiche con il 4,5%, Energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata con il 3,8%, Prodotti chimici con il 3,7%, Macchine ed apparecchiature con il 3,1%, Servizi di trasporto terrestre e di trasporto mediante condotte con il 2,8% e Servizi legali e contabilità; servizi di sedi sociali; servizi di consulenza in materia amministrativo-gestionale con il 2,3%.

La produzione di elettrodomestici è interessata da processi di delocalizzazione. I dati sulle multinazionali della divisione di appartenenza della Fabbricazione di elettrodomestici cioè la Fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche, rileva che gli addetti delle multinazionali a controllo italiano residenti all'estero sono 65.366, il 42,3% di quelli delle imprese residenti in Italia e più del doppio del 20,0% rilevato nel Manifatturiero, e in dieci anni crescono del 6,9% (+4.240 unità) in controtendenza rispetto al calo del 6,5% nelle controllate italiane manifatturiere.

Il trend della produzione - Nel 2023 la produzione della Fabbricazione di elettrodomestici scende del 6,4% in un anno facendo peggio rispetto al -2,6% del Manifatturiero ed il fenomeno si verifica anche rispetto al 2019, pre pandemia, con un gap che si amplia: il settore è sotto livello del 7,3% mentre il Manifatturiero conferma il -2,6%.

Commercio estero degli “elettrodomestici bianchi” - Negli ultimi 12 mesi terminanti ad ottobre 2023 ammonta a 7,1 miliardi di euro l'export dell'Italia di “elettrodomestici bianchi”: lavastoviglie, frigoriferi, congelatori, lavatrici, asciugatrici e scaldacqua. L’Italia è il secondo paese esportatore in Ue con una quota del 19,7% dopo la Germania con 7,2 miliardi (19,9%) e davanti alla Polonia con 5,0 miliardi (13,9%) e alla Francia con 2,4 miliardi (6,5%). L'Italia importa 2,8 miliardi di euro di questi elettrodomestici ed il saldo del commercio estero è positivo per 4,3 miliardi: il massimo del decennio e l'Italia è anche prima in Ue.

Approfondimenti sul comparto della meccanica nel Rapporto di Confartigianato 'Meccanica 2024' presentato giovedì scorso nel Villaggio Confartigianato al Mecspe di Bologna. Qui per scaricarlo.

 

 
Peso dei principali settori sui consumi intermedi nel settore di riferimento della Fabbricazione di elettrodomestici
Anno 2019. % di consumi intermedi ai prezzi base per divisione 27 Ateco 2007 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 
Peso degli addetti delle imprese a controllo italiano residenti all'estero
Anni 2011-2021. in % di quelli delle imprese residenti in Italia Ateco 2007: 27 e C - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat


STUDI – Ceramica ad alta vocazione artigiana: 2.993 imprese, di cui il 41,6% a guida femminile. Il report di Confartigianato al 2° congresso internazionale in Puglia

Il comparto della ceramica che realizza soprattutto ceramica artistica e tradizionale, vasellame, altri articoli di uso domestico e articoli ornamentali di ceramica, a fine 2023 conta 2.993 imprese con una spiccata vocazione artigiana: le 2.216 imprese artigiane sono infatti quasi i tre quarti (74,0%) del comparto, incidenza che è 3,5 volte il 21,3% rilevato per il totale economia.

I dati del comparto sono contenuti nel report ‘Ceramica ad alta vocazione artigiana: alcune evidenze’ presentato stamane al 2° congresso internazionale della ceramica, aperto dall’intervento del Presidente di Confartigianato, Marco Granelli. Qui il programma e qui per scaricare il report dell’Ufficio Studi.

Nell’intervento di Enrico Quintavalle, Responsabile dell’Ufficio Studi, sono stati illustrati i dati chiave del settore. Le imprese della ceramica generano un fatturato di 450 milioni di euro, di cui il 62,4% viene esportato (quota superiore di 16,0 punti percentuali rispetto al 46,5% del Manifatturiero), ed un valore aggiunto di 182 milioni di euro. Per quanto riguarda l’occupazione, il comparto della ceramica conta 5.815 addetti, di cui 3.511 sono nell'artigianato rappresentando il 60,4% degli addetti del comparto.

Nel loro complesso,  le micro e piccole imprese (MPI) generano l’82,3% dell’occupazione, il 62,0% del valore aggiunto ed il 55,8% del fatturato del settore.

Nel 2023 nelle professioni legate alla produzione di ceramica le micro e piccole imprese richiedono 860 lavoratori, di cui 540, pari al 62,8% sono di difficile reperimento, quota che supera di 14,7 punti il 48,1% del totale entrate in MPI.

I territori della ceramica italiana - Metà (50,7%) delle imprese totali del comparto si concentrano in quattro regioni: Sicilia con 484 imprese (16,2% del totale), Campania con 433 imprese (14,5%), Toscana con 330 imprese (11,0%) e Veneto con 271 imprese (9,1%). Tra le principali regioni - ognuna con almeno 100 imprese totali - si rileva una incidenza dell’artigianato superiore alla media per Sardegna con l’84,7%, Sicilia con l'82,2%, Puglia con l'81,6%, Umbria con il 78,5% e Veneto con il 76,4%.

Quasi mille imprese (966), circa un terzo (33,3%) del settore, si concentrano in dieci province: Perugia con 245 imprese (8,2% del totale), Catania con 202 imprese (6,7%), Vicenza con 173 imprese (5,8%), Taranto con 78 imprese (2,6%), Palermo con 61 imprese (2,0%), Cagliari con 55 imprese (1,8%), Lecce con 44 imprese (1,5%), Siena con 53 imprese (1,8%), Ravenna con 41 imprese (1,4%) e Torino con 44 imprese (1,5%).

8 marzo: oltre 4 imprese della ceramica su 10 sono guidate da donne - Il comparto ha una elevata presenza di imprese femminili: si tratta di 1.132 imprese attive che rappresentano il 41,6% delle imprese del comparto, quasi il doppio del 22,7% del totale economia e oltre il doppio rispetto al 18,0% del Manifatturiero. Tra le maggiori regioni per imprese del comparto della ceramica, la quota di imprese  femminile nella ceramica è più elevata e superiore alla media in Emilia-Romagna con il 51,0%, Sardegna con il 47,2% e Lombardia con il 45,3%.

Il made in Italy della ceramica - Secondo le ultime evidenze disponibili relative ai 12 mesi terminanti a novembre 2023, le esportazioni del comparto della ceramica ammontano a 318 milioni di euro, di cui 233 milioni in prodotti in ceramica per usi domestici e ornamentali (73,3%) e 85 milioni in altri prodotti in ceramica (26,7%).

L’Italia è il 6° esportatore europeo del comparto della ceramica con una quota dell'8,7% sul totale Ue. In chiave dinamica, nei primi 11 mesi del 2023 le vendite del made in Italy crescono del 2,1%, in controtendenza rispetto al -2,8% della media Ue. In crescita le vendite nei primi tre mercati: Germania a +7,3%, Francia a +3,0% e Stati Uniti a +1,6%.

 

 
Le imprese del comparto della ceramica nelle regioni: dettaglio per carattere artigiano
Fine 2023. Imprese registrate. Codici Ateco 2007: 23.41, 23.49 e 23.4. Totale di 2.993 imprese, di cui 2.216 artigiane, pari al 74,0% - Elaborazioni Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere-Infocamere

 
Comparto della ceramica: le province specializzate con alcuni comuni punti di riferimento
Fine 2023. Indice basato su totale imprese registrate superiore a 100. Codici Ateco 2007: 23.41, 23.49 e 23.4 - Elaborazioni Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere-Infocamere e Istat

 
Quota delle imprese femminili sul totale imprese: ceramica, manifatturiero e totale economia
Fine 2023. %, Ateco 2007. È donna: il titolare di impr. indiv., >50% soci di soc. di pers. o >50% soci e amministratori di soc. di cap. - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Camera di Commercio delle Marche- Infocamere


BOLZANO - "Esplora il mondo del cantiere": un viaggio 'pratico' nei mestieri dell'artigianato per i giovanissini altoatesini

Oggi prende il via la seconda parte dell‘evento “Erlebniswelt Baustelle” (“Esplora il mondo del cantiere”). Il BASIS di Silandro si trasforma in un grande cantiere brulicante di vita. I bambini e i genitori possono conoscere 14 mestieri interessanti e farne esperienza diretta.

"Erlebniswelt Baustelle" consente ai bambini dalla terza alla quinta classe di tutte le scuole primarie dell'Alto Adige (in lingua tedesca) di sperimentare e sviluppare competenze come la progettazione, la misurazione, la muratura, la pavimentazione e la carpenteria in 14 diverse postazioni di lavoro. Fino a sabato compreso, ci sarà l'opportunità di fare un'esperienza di lavoro pratica. L'evento "Erlebniswelt Baustelle" si svolge per la prima volta a Silandro. L'obiettivo è quello di raggiungere sempre più spesso le valli dell'Alto Adige, consentendo così a tutti i bambini e a tutte le famiglie di parteciparvi.

Il progetto è nato dalla collaborazione tra la Provincia autonoma di Bolzano, Il Collegio Costruttori, il Comitato paritetico edile e lvh.apa Confartigianato Imprese e ha entusiasmato i bambini e i loro genitori già nel 2022.

Riconoscere e promuovere il talento pratico dei bambini è uno degli obiettivi principali. Hermann Raffeiner Kirschbaumer, presidente del distretto Bassa Val Venosta di lvh.apa, sottolinea: "È importante andare dai bambini nelle valli e nei villaggi e risvegliare attivamente la loro passione per la pratica e la creatività". Günther Platter, presidente del distretto Alta Val Venosta di lvh.apa, condivide questa opinione: " Con il supporto di esperti, i bambini si avvicinano alle attività delle diverse professioni del mondo dell'edilizia. Ciò è importante anche per la formazione futura, dato che più della metà degli apprendisti in Alto Adige viene formata nel settore dell'artigianato".

L'obiettivo è suscitare e incoraggiare l'interesse e la curiosità dei bambini e dei loro genitori. L'attenzione è rivolta alle varie e interessanti professioni dell'artigianato. "Vogliamo offrire a tutti gli alunni delle scuole elementari l'opportunità di immergersi per un giorno nel ruolo di un lavoratore edile", sottolinea Michael Hofer, presidente delle Imprese movimento terra di lvh.apa. Anche Jasmin Mair, membro della presidenza della Cassa Edile, è fautrice dell'iniziativa: "È importante che i bambini entrino in contatto con il mondo dei mestieri il più presto possibile. Qui hanno l'opportunità di familiarizzare con questo mondo in modo giocoso e, auspicabilmente, di entusiasmarsi per una carriera nell’edilizia".

L'edizione di quest'anno di "Erlebniswelt Baustelle" al BASIS di Silandro si svolgerà dal 7 al 9 marzo 2024. Mentre l'evento nelle giornate di giovedì e venerdì mattina è riservato principalmente alle classi delle scuole elementari, i genitori possono visitare l'evento a Silandro con i loro figli il venerdì pomeriggio e il sabato. L'ingresso è gratuito.


STUDI - Caro tassi ma imprese investono in macchinari: Italia +6,4% vs +3,7% Ue. Il focus nel Rapporto Confartigianato ‘Meccanica 2024’

L'aumento degli investimenti contribuisce a sostenere con mezzo punto di crescita del PIL la crescita dell'economia italiana nel quarto trimestre del 2023. Nonostante la stretta monetaria in corso e il conseguente calo dei prestiti, nel 2023 gli investimenti in macchinari e impianti in Italia salgono del 6,4% su base annua a fronte del +3,7% della media dei principali paesi europei, facendo meglio di Francia (+4,7%) e Germania (+3,6%), mentre la Spagna è in territorio negativo (-1,8%).

La tenuta della propensione delle imprese italiane ad investire in beni strumentali, fondamentali per sostenere l’innovazione, la crescita della produttività e le transizioni green e digitale, è uno dei temi al centro del Rapporto di Confartigianato 'Meccanica 2024' presentato oggi dall’Ufficio Studi in occasione della convocazione dei Consigli Direttivi congiunti dei mestieri di Confartigianato Meccanica ospitata dal Villaggio Confartigianato al Mecspe di Bologna. Qui per scaricarlo.

La meccanica, uno dei comparti chiave della manifattura italiana, è coinvolta in pieno nelle turbolenze conseguenti alla stretta monetaria operata dalla Bce, dal rallentamento del commercio internazionale e dalla crisi del Mar Rosso.

La meccanica italiana realizza un fatturato di 414,3 miliardi di euro ed esportazioni per 226,1 miliardi di euro, il 37,7% delle vendite all’estero del nostro Paese, risultati raggiunti grazie al lavoro di 166.623 imprese, di cui di una su due (51,6%) è una impresa artigiana, per un totale di 85.902 imprese. In termini occupazionali gli ambiti settoriali in cui operano le imprese della meccanica contano ben 1.476.585 addetti, di cui la metà (50,0%) in Micro e piccole imprese con meno di 50 addetti.

Nonostante la fase congiunturale incerta, nl 2023 l’occupazione nelle imprese della meccanica cresce dell’1,8% mentre ristagna (+0,1%) nell’Unione europea. Cresce la difficoltà di reperimento del personale, che passa dal 50,9% delle entrate del 2022 al 56,7% del 2023 (+5,8 punti percentuali), quota che supera di 11,6 punti percentuali la media di 45,1%.

La caduta della domanda indotta dalla stretta monetaria e il calo del commercio internazionale frena l’attività delle imprese e le vendite del made in Italy. Nel 2023 la produzione scende dello 0,6%, mentre l’export in volume segna un calo del 3,0%. Nel confronto internazionale si conferma la maggiore resilienza del settore in Italia, che ha meglio recuperato (-1,6%) il livello produttivo pre pandemia del 2019 rispetto agli altri maggiori paesi Ue che presentano un maggiore ritardo, con Spagna a -2,8%, Francia a -6,4% e Germania a -8,4%.

Un segnale positivo arriva dalle attese sugli ordini, che da inizio 2024 è tornato a segnare un saldo positivo, seppure meno accentuato del Manifatturiero.

Il caro tassi  penalizza la domanda di credito. A gennaio 2024 l’indicatore composito del costo del credito bancario per le imprese è pari al 5,54%, 32 punti base in più rispetto al 5,22% Uem ed in un anno aumenta di 175 punti a fronte del +159 punti dell'Uem. In parallelo, i prestiti alle imprese della meccanica scendono del 7,5% su base annua.

In ambito territoriale, prendendo a riferimento le principali regioni per ammontare di esportazioni della meccanica, si rileva una maggior propensione all’export per Emilia-Romagna dove le esportazioni del settore rappresentano il 27,4% del valore aggiunto regionale, Friuli-Venezia Giulia con il 24,4%, Piemonte con il 24,2% e Veneto con il 20,1%, quattro regioni che concentrano il quasi la metà (48,9%) delle vendite all'estero del settore.

Scarica il rapporto

 
Attese sugli ordini per le imprese delle divisioni della Meccanica e del Manifatturiero negli ultimi due mesi e dal 2019
Gen. e feb. 2024 (decr.). Saldo tra % risposte "aumento" e "diminuzione". Meccanica: media pond. con impr. attive 2021, Ateco 2007 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 
Dinamica investimenti in macchinari nel 2023 nei maggiori paesi Ue a 27
Anno 2023. Variazione % annua, valori a prezzi costanti - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
 
 
Incidenza dell'export della Meccanica sul valore aggiunto per regione
Dato annualizzato a III trim. 2023. % su v. a. 2021. Ateco 2007: 24, 25, 27.5, 28, 29, 30.2, 30.9, 32.3 e 32.4. Primo gruppo: >1 mld € - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat


STUDI – 8 marzo/Imprenditoria femminile, 5 regioni italiane nella top ten tra 233 regioni Ue: Lombardia (1°), Lazio (5°), Emilia-Romagna (8°), Piemonte e Veneto (9°)

Il trend positivo del mercato del lavoro sta interessando anche il segmento dell'occupazione indipendente, il cui recupero è trainato dalle donne imprenditrici, professioniste e lavoratrici autonome. A gennaio 2024 gli occupati crescono dell’1,6% su base annua, pari a 362mila lavoratori in più. Crescono del 2,4% i dipendenti a tempo indeterminato, in aumento di 373mila unità, mentre gli occupati dipendenti a tempo determinato scendono dell’1,1%. Nell’ultimo anno tornano in positivo anche gli occupati indipendenti, che crescono dello +0,4%, pari a 22mila lavoratori in più.

Le donne trainano il recupero dell'occupazione indipendente - Nel confronto europeo, basato su dati trimestrali Eurostat (al netto dei coadiuvanti familiari), in Italia al terzo trimestre 2023 (media ultimi quattro trimestri) l’occupazione indipendente femminile sale del 2,0% su base annua a fronte della crescita zero per gli uomini. L’Italia fa meglio della media Ue, della Spagna (entrambe a +1,3%) e della Germania (-3,0%), mentre si osserva una migliore performance in Francia (+5,7%).

Il contributo del lavoro indipendente alla crescita dell’occupazione è essenziale per ridurre il gap del tasso di occupazione femminile, per cui l’Italia è all’ultimo posto nell’Unione europea.

“Le nostre rilevazioni – sottolinea la Presidente di Donne Impresa Confartigianato Daniela Biolatto – dimostrano che l’imprenditoria femminile contribuisce all’occupazione e a costruire un futuro di sviluppo per il nostro Paese. Le imprenditrici concorrono anche a ridurre il gender gap, offrendo così alle giovani un esempio importante della concreta possibilità di realizzare le proprie aspirazioni e di superare gli stereotipi di genere nel mercato del lavoro. Siamo consapevoli dei nostri punti di forza ma c’è ancora molto da fare per abbattere le difficoltà che ostacolano le donne e che confinano l’Italia all’ultimo posto in Europa per il tasso di occupazione femminile”. Donne Impresa Confartigianato non chiede trattamenti di favore o corsie privilegiate, ma soltanto il rispetto di diritti che troppo spesso rimangono sulla carta. “C’è ancora molto da fare – sostiene Daniela Biolatto - sia a Bruxelles che a Roma per riconoscere i meriti e le legittime aspettative delle donne. A cominciare da un welfare a misura delle esigenze delle donne come madri, mogli, figlie, lavoratrici”. Tanti anche i problemi comuni con i colleghi maschi uomini: fisco, burocrazia, credito, infrastrutture. Problemi sui quali la Presidente Biolatto sollecita la politica ad ascoltare le ragioni delle imprenditrici e a dare risposte concrete e immediate, affinché il sostegno all’imprenditoria femminile sia, a tutti gli effetti, un pilastro della politica economica di questo Paese.

Il traino del lavoro femminile indipendente è diffuso sul territorio. Tutte le ripartizioni sono in territorio positivo, con un maggior dinamismo del lavoro indipendente femminile nel Nord-est con 4,6% (vs 1,2% degli uomini) seguita da Nord-ovest con 2,8% (vs -0,1% degli uomini), Mezzogiorno con 0,8% (in questo caso leggermente inferiore al +1,0% degli uomini) e Centro con 0,3% (vs -1,2% degli uomini).

Tra le maggiori regioni, le imprenditrici, professioniste e lavoratrici autonome in Emilia-Romagna salgono del 9% (vs 6,4% degli uomini), seguita da Campania con 6,4% (vs 0,1% degli uomini), Lombardia con 4,7% (vs 0,6% degli uomini), Veneto con 3,6% (vs -1,4% degli uomini), Toscana con 3,1% (vs -0,1% degli uomini) e Lazio con 2,5% (vs -0,7% degli uomini) mentre rimane in territorio negativo il Piemonte con -3,5% (con un calo dell’1,9%, meno accentuato, per gli uomini). Tra le altre regioni maggiori regioni si osserva un maggiore dinamismo, e superiore alla media, per Molise, Liguria, Valle d’Aosta, Puglia e Abruzzo.

Il peso delle donne nell’occupazione indipendente – L’occupazione femminile nel segmento del lavoro indipendente pesa per il 32,0%. Le quote più elevate, e superiori alla media, si osservano per P.A. Bolzano con 35,6%, Lazio con 35,3%, Abruzzo con 34,8%, Liguria con 34,7%, Toscana con 34,4%, Molise con 34,3%, Emilia-Romagna con 34,2%, Piemonte con 33,7%, Umbria con 33,6%, Valle d'Aosta con 33,6%, Friuli-Venezia Giulia con 33,2%, Lombardia con 32,9% e Marche con 32,5%.

Donne imprenditrici e autonome, regioni italiane al top tre 233 regioni Ue - La posizione di leadership dell’Italia per ‘fare impresa’ al femminile si conferma anche per i territori italiani. Tra 233 regioni europee (Nuts 2) tra le prime dieci regioni per numero di occupate indipendenti, cinque sono italiane. Il primato europeo è della Lombardia (Italia) con 235mila donne imprenditrici e lavoratrici autonome, seguita da Ile de France (Francia) con 212mila, Cataluña (Spagna) con 175mila, Andalucía (Spagna) con 170mila, Lazio (Italia) con 144mila, (al 5° posto), Rhône-Alpes (Francia) con 140mila, Provence-Alpes-Côte d’Azur (Francia) con 128mila, Emilia-Romagna (Italia) con 122mila, (al 8° posto), Piemonte (Italia) e Veneto (Italia) con 113mila, (entrambe al 9° posto), Comunitat Valenciana (Spagna) con 112mila, Comunidad de Madrid (Spagna) con 111mila, Toscana (Italia) con 106mila, (al 13° posto) Noord-Holland (Paesi Bassi) con 105mila, Zuid-Holland (Paesi Bassi) con 102mila, Aquitaine (Francia) con 101mila, Campania (Italia) con 98mila, (al 17° posto), Warszawski stołeczny (Polonia) con 92mila, Wielkopolskie (Polonia) con 92mila e Attiki (Grecia) con 87mila.

Donne alla guida di imprese che svolgono ‘mestieri da uomini’ – Nei settori (divisioni Ateco 2007) in cui almeno il 90% degli imprenditori sono uomini, si registrano 57.800 imprese femminili, con una incidenza media del 6,2% a fronte del 22,7% medio per il totale dei settori. Nel dettaglio i settori con ‘lavori da uomini’ sono lavori di costruzione specializzati con 21.153 imprese femminili,

riparazione e commercio autoveicoli con 12.294 imprese femminili, autotrasporto e trasporto persone con 10.436 imprese femminili, prodotti in metallo con 8.645 imprese femminili, riparazione ed installazione di macchine ed apparecchiature con 2.790 imprese femminili, legno e prodotti in legno con 2.193 imprese femminili, trasporto marittimo e per vie d'acqua con 201 imprese femminili e raccolta, trattamento e fornitura di acqua con 61 imprese femminili, con 27 unità nei restanti settori.

I dati territoriali sull’imprenditoria femminile, totale e artigiana, giovanile e a conduzione straniera nell’Appendice statistica ‘Imprese femminili 2022 e dinamica su 2021 e su pre-pandemia per regione e provincia’. Qui per scaricarla.

 
Dinamica annua dell’occupazione indipendente per genere nei principali paesi Ue
2023 (ultimi dodici mesi a settembre), 15-64 anni, var % tendenziale, al netto coadiuvanti familiari - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

 
Dinamica annua dell’occupazione indipendente per genere nelle principali regioni
2023 (ultimi dodici mesi a settembre), 15 anni ed oltre, var % tendenziale, regioni con oltre 100K unità - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
 
 
Peso dell’occupazione indipendente femminile per regione
2022, 15 anni ed oltre, % totale indipendenti - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 
Le prime 30 regioni Ue per occupazione indipendente femminile
2022, migliaia, 15-64 anni, 233 regioni Ue 27 Nuts 2 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat